Giolitti e Turati

1) La prospettiva del Partito Socialista Italiano del rafforzamento di una rappresentanza parlamentare che, per via legale, introducesse riforme e cambiamenti implicava, nell'ottica di Filippo Turati (1857-1932), che tendeva a concepire il rinnovamento sociale non già in termini di rottura rivoluzionaria, ma di democratizzazione pacifica e graduale dell'assetto sociale e politico vigente, la possibilità di una collaborazione con le parti più avanzate della borghesia contro quelle più conservatrici, che pure inizialmente avevano sembrato costituire un fronte compatto.

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2) I movimenti di massa tardottocenteschi di cui quel partito era espressione, infatti, avevano suscitato una sorta di panico nella totalità degli schieramenti politici, alcuni dei quali, però, andavano orientandosi non più soltanto verso la repressione indiscriminata di ogni forma di protesta sociale, ma anche verso la "restaurazione" di una forma di governo più autoritaria, ovvero responsabile soltanto di fronte al re, e non alle Camere – come accadeva in Germania – a cui si riteneva andasse lasciata la mera funzione legislativa, coerentemente, del resto, con lo Statuto albertino, ancora vigente e il ripristino della cui lettera fu auspicato dal liberal-conservatore Sidney Sonnino (1847-1922) in un celebre articolo, comparso sulla Nuova Antologia, in cui si lamentava lo scadimento del parlamento a mero rappresentante della somma di molteplici interessi di parte e si auspicava un governo indipendente, capace di far valere quello nazionale...

 

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