Conquista spagnola del nuovo mondo

1) Contemporaneamente all'espansione portoghese, dall'altro lato del mondo "un numero crescente di navi spagnole aveva raggiunto l'isola di Hispaniola (Haiti [una delle prime toccate da Colombo]), sbarcandovi molte centinaia di avventurieri attratti dalla prospettiva di facili arricchimenti. L'impatto degli spagnoli sui miti e inermi indigeni fu catastrofico: i tainos furono messi a setacciare ogni angolo dell'isola alla ricerca della più piccola pagliuzza d'oro, trovandosi esposti non solo allo sfruttamento spagnolo ma anche alle malattie importate dagli invasori, a cominciare dal vaiolo e dal morbillo"; ne sarebbe derivata, in pochi decenni, l'estinzione dell'intera popolazione.

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2) Sorte analoga sarebbe toccata a quella delle isole Antille e del mar dei Caraibi, e proprio ciò motivò le successive spedizioni "sulle coste della terraferma, dal Nicaragua al Venezuela, alla ricerca di oro o di schiavi da deportare nelle isole ormai spopolate. Fra il 1515 e il 1620 il ciclo dell'oro in esse si era già concluso; il loro futuro economico fu affidato alla coltivazione della canna da zucchero. A causa della scarsità di manodopera l'impresa stentò a decollare; gli amerindi portati come schiavi vi morivano subito e fu solo dopo il 1530, quando le piantagioni furono affidate agli schiavi importati dall'Africa (in principio nell'ordine di 400-500 all'anno), che la produzione di zucchero divenne redditizia".

 

3) Ovviamente il lavoro di piantatori non era particolarmente gradito agli avventurieri spagnoli, la cui ricerca di metalli preziosi li condusse, nel 1519, nell'attuale Messico, nell'impero degli Aztechi, che avevano a sua volta conquistato – pur senza mai porre fine alle autonomie locali – tre secoli prima quello dei Maya (tremillenario ed ormai in decadenza), sviluppando in seguito la credenza che "un giorno l'antichissimo dio del popolo sconfitto, […] Quetzalcóatl, sarebbe tornato sulla Terra, e avrebbe assicurato la sopravvivenza perpetua" del Sole, che ad ogni tramonto sembrava sanguinare ed alla fine di ogni "ciclo cosmico" di 52 anni si temeva non sarebbe più sorto; una credenza che si intrecciava con la consapevolezza dell'imperatore Moctezuma II che il suo popolo non era originario della terra che allora abitava, e la convinzione che i discendenti degli antichi conquistatori sarebbero venuti a reclamarne l'obbedienza.

 

4) Ciò portò a considerare come inviate da un signore rispettato, o addirittura da una divinità, le soldataglie guidate dal nobile castigliano Hernán Cortés, che non potevano trovare accoglienza migliore; il che non le trattenne dall'abbandonarsi a soprusi tali da spingere la popolazione ad un'inutile rivolta, facilmente repressa nel giro di un paio d'anni, anche grazie all'alleanza con alcune delle popolazioni sottomesse agli Aztechi, stanche delle loro aggressioni periodiche finalizzate al prelievo di migliaia di persone da sacrificare alla benevolenza di Quetzalcóatl…

 

Per la lezione completa in PDF: La conquista spagnola del nuovo mondo

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