Crisi del 300

1) Il ciclo espansivo della popolazione e dell'economia che aveva dato inizio al "Basso Medioevo" era per lo più stato determinato dall'aumento dei terreni coltivati, restando relativamente stabile la produttività delle tecniche agricole: ciò significa che, ad esempio, il raddoppio della produzione di grano era dovuta a quello del terreno coltivato, e non al miglioramento dei metodi di coltivazione (cosa che è invece tipica della società contemporanea). Questo fece sì che, dopo secoli di sfruttamento dei terreni, la loro fertilità, anche per effetto della mancanza di concime, provocata a sua volta dalla diminuzione del bestiame per il restringersi degli spazi destinati al pascolo, iniziò a venir meno, e ciò valse, ovviamente, anche per la disponibilità alimentare.

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2) La popolazione europea, tuttavia, continuò a crescere, toccando, nella prima metà del XIV secolo, la punta massima di 80-85 milioni di persone; a quel punto, però, non fu più possibile far fronte alla sua crescita mediante l'ulteriore espansione dei terreni coltivati, sia per non penalizzare altri settori economici fondamentali, ovvero l'allevamento e la produzione di legname – necessario all'edilizia, alle costruzioni navali, al riscaldamento e alla fornitura di energia "impiegata nelle attività domestiche e produttive, dalla cottura degli alimenti alla lavorazione dei metalli" – sia perché la tecnologia dell'epoca non sarebbe certo stata capace di prosciugare la totalità dei terreni paludosi, né di "sostituire ai prati naturali le coltivazioni di foraggi per alimentare gli animali".

 

3) Ora, anche se l'alta densità demografica garantiva una notevole disponibilità di forza lavoro, proprio perché l'offerta di quest'ultima era ormai superiore alla domanda, il suo costo, cioè i salari, tendevano a diminuire (tale meccanismo è in effetti valido per tutte le merci), specialmente in condizioni di totale assenza di tutela dei lavoratori ("Welfare State"): di conseguenza le loro condizioni di vita peggiorarono.

 

4) La situazione, dunque, prima o poi sarebbe esplosa, anche indipendentemente dal peggioramento del clima (diminuzione della temperatura ed aumento della piovosità, con conseguente allagamento dei campi) che si produsse, nel XIV secolo, in tutto il continente, provocando una serie di carestie che diminuì drasticamente la quantità di cereali (grano, riso, orzo, avena) disponibili. Il loro prezzo aumentò in maniera insostenibile, ed iniziarono le morti per fame o per malattia di uomini ed animali: dimostrazione di quanto grave fosse la situazione è paradossalmente proprio la morte di questi ultimi, che evidentemente non potevano neppure essere venduti – segno che la crisi riguardava non solo i poverissimi. Fu così che la popolazione iniziò a contrarsi, e che, di conseguenza, si determinò, in tutt'Europa, l'abbandono di molti insediamenti: "interi villaggi scomparvero dal paesaggio lasciando il posto al pascolo e alla foresta, secondo un'evoluzione inversa"a quella successiva al Mille...

 

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