Guglielmo il Conquistatore e Ruggero II dAltavilla

1) La progressiva affermazione di quelle monarchie che sarebbero state le protagoniste della storia moderna, dando vita ai futuri Stati "nazionali", avvenne in contemporanea con il declino delle antiche istituzioni sovranazionali – o, per dir meglio, "universalistiche", cioè non legate ad un particolare territorio –, l'Impero ed Papato, che lasciarono il posto a formazioni politiche locali di dimensioni più o meno ampie.

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2) Una delle componenti dell'impero carolingio, diviso tra i nipoti di Carlo Magno sin dall'843 (trattato di Verdun), era il "regno dei franchi occidentali", non compreso ma comunque influenzato dal progetto di restaurazione imperiale degli Ottoni, che non a caso avevano favorito la successione del conte di Parigi Ugo Capeto (940-996; nipote di Ottone I) all'ultimo dei carolingi, Luigi V l'Ignavo (967-87; in carica dal 986).

 

3) Così, nel momento stesso in cui si cercava un rimedio alla frammentazione dell'impero, quella dell'entità statale ad esso vicina proseguiva: i suoi re, pur indipendenti dalla grande nobiltà feudale, essendo il proprio titolo ereditario, comunque non avevano su di essa alcun controllo, ed il loro potere effettivo si era esteso piuttosto lentamente dall'area parigina – grazie alle sue ricchezze – a quella di Orleans

 

4) Solo nel giro di un secolo e mezzo Luigi VI il Grosso (1081-1137, in carica dal 1108), primo a proclamarsi "re di Francia, non più dei Franchi", poté affermare "l'immagine della monarchia come garante della pace e della giustizia […] [guadagnandosi] il consenso di quei ceti sociali – contadini, artigiani e mercanti – che più erano danneggiati dalle continue turbolenze dei nobili; ma nello stesso tempo si fornì anche di uno strumento per colpire, in quanto violatori della pace, i feudatari insofferenti del controllo regio".

 

5) Fra i vassalli più difficilmente controllabili c'erano i normanni (o Vichinghi), in origine pirati della Danimarca e della Norvegia

 

Per la lezione completa in PDF: I regni normanni d'Inghilterra e di Sicilia: un modello di 'feudalità efficiente' e proiettata verso la modernità

Per qualsiasi  dubbio, suggerimento, proposta scrivete a:  viniciodintino@professionistiscuola.it

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