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Didattica a distanza: Fondi stanziati spreco di denaro pubblico. Serve piattaforma unica e condivisa
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- Scritto da Ciro Agizza e ConcettaP
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Il decreto #Curaitalia approvato dal consiglio dei ministri stanzia soldi per l'innovazione digitale a supporto della didattica a distanza, per garantire piattaforme e strumenti alle scuole e agli studenti, nonché per la formazione per i docenti. Dunque piattaforme da cercare, formazione che avverrà nel tempo. Ma la didattica a distanza è un'esigenza attuale! Abbiamo più volte già sottolineato come l'organizzazione della didattica a distanza sia stata esclusivamente portata avanti dalla buona volontà di una parte della classe docente che sta già facendo tutto quello che è nelle loro possibilità, senza orari né limiti, per donare forza e coraggio ai propri allievi, andando oltre ogni imposizione dall'alto.
La Azzolina nelle sue dichiarazioni aveva fatto questo appello: "Ai docenti lo dico chiaro: andate avanti con la didattica a distanza. È il ministro dell’Istruzione che ve lo chiede", ma forse non è così chiaro lo scenario in cui si trovano oggi le famiglie e la scuola italiana.
Sono tanti, infatti, i disagi che stanno vivendo i nostri alunni nell'affrontare una didattica alquanto improvvisata nei metodi e nei mezzi non essendo stati preparati. Gli studenti, come tutti gli italiani, vivono il periodo in modo piuttosto agitato. Non hanno gli strumenti adatti, non hanno connessioni adeguate, molti non hanno le competenze digitali necessarie per questo tipo di didattica.
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- Scritto da Ciro Agizza
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In pratica solo l'utente che ha creato il meeting o il proprietario del calendario ha d'ora in avanti la possibilità di disattivare l'audio o rimuovere partecipanti dal meeting. I benefici sono ovvi: questo impedirà agli studenti più indisciplinati di silenziare l'insegnante oppure di rimuoverlo dal meeting, rallentando e compromettendo lo svolgimento dell'attività didattica. Inoltre, i partecipanti ad un meeting legato a un nickname non potranno rientrare nel medesimo una volta che l'ultimo partecipante lo ha abbandonato.
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- Scritto da Imma Paone
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Si è appena conclusa un'intervista alla ministra Azzolina in diretta Skype su Skytg24. Alla domanda sulla riapertura delle scuole dopo il 3 Aprile, la ministra più volte ha affermato che non è possibile al momento dare una data di apertura delle scuole.
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- Scritto da Ciro Agizza
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La nota pubblicata ieri dal MIUR relativa alle: Indicazioni operative per DAD, valutazione, privacy, progettazione attività, disabilità sta creando non pochi malumori tra i docenti e dirigenti che già con enormi difficoltà stanno cercando di portare avanti la didattica a distanza. Non è tardato finalmente l'intervento delle organizzazioni sindacali con un comunicato congiunto nel quale viene richiesto il ritiro della nota, riportiamo il contenuto di seguito:
le sottoscritte Organizzazioni Sindacali chiedono che la nota contenente “Prime indicazioni operative per le attività di didattica a distanza” sia immediatamente ritirata perché contenente modalità di organizzazione del lavoro che sono oggetto di relazioni sindacali.
Le Organizzazioni Sindacali ritengono inoltre che la nota non risponda all’attuale configurazione normativa né allo stato di emergenza che stiamo vivendo: in questo momento straordinario in cui il Governo ha decretato la sospensione delle attività didattiche, l’attivazione della didattica a distanza non può limitarsi a replicare contenuti e modalità tipiche di una situazione di normalità. Quanto a controlli, valutazioni ed esami, andrebbe considerato con la dovuta attenzione che si tratta di attività comportanti per loro natura un carico di stress che nella presente situazione occorrerebbe quanto più possibile attenuare per tutti (alunni, famiglie, docenti, dirigenti).
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- Scritto da Linda Tramontano
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La ministra Azzolina in un’intervista a LA 7 ha risposto a delle domande che hanno posto l’attenzione sulle conseguenze che l’emergenza di Covid-19 potrebbe avere sul processo di apprendimento degli alunni, sulla riapertura selle scuole e sugli esami di maturità. Questi i punti chiariti dalla ministra:
- Riapertura delle scuole dopo il 5 aprile: Gli studenti rientreranno a scuola soltanto dopo che si avrà una visione chiara del quadro epidemiologico in Italia per permettere agli studenti di rientrare in classe in piena sicurezza. Saranno le autorità sanitarie a stabilire quando le scuole potranno riaprire e stabilire eventualmente un ulteriore proroga dopo il 3 aprile.
Approfondimento: Emergenza Coronavirus: siamo pronti a prorogare la sospensione didattica e rinviare rientro a scuola
- Prolungamento lezioni a giugno e luglio: Secondo la ministra non ci sarà nessun prolungamento in quanto si ritiene soddisfatta dell’esempio che la comunità educante sta dando al paese e che sia i docenti che gli studenti stanno lavorando molto di più di quanto facessero in classe. Sicuramente ci sono delle realtà non facili dove il ministro dell’istruzione deve intervenire infatti l’ultimo decreto ha posto una soluzione stanziando appunto 85 milioni di euro per far sì che il diritto all’istruzione, come stabilito dall’art 34 della costituzione, sia garantito a tutti.
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- Scritto da Imma Paone
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Alla luce della nuova nota Miur emanata in data 17/03/2020 sulle indicazioni operative per le attività didattiche a distanza, c'è un intero paragrafo dedicato alla "progettazione delle attività" in cui viene richiesto ai consigli di classe di riesaminare le progettazioni definite all'inizio dell'anno, sia come consiglio di classe sia come dipartimenti, in considerazione della nuova emergenza scolastica in cui siamo.
Le attività svolte con la didattica a distanza devono essere concordate all'interno dello stesso consiglio, non devono rimanere attività scollegate le une dalle altre. Ogni docente deve quindi riprogettare le proprie attività tenendo conto della didattica a distanza, specificando materiali e metodi di interazione con il gruppo classe. Tale nuova progettazione deve essere messa agli atti dell'istituzione scolastica e deve essere inviata telematica al Dirigente scolastico che ha il compito di monitorare e verificare.
Il dirigente scolastico deve, tra l'altro, tramite l'ausilio dei coordinatori di classe e di altri collaboratori, promuovere e incoraggiare la costante interazione tra docenti. Gli strumenti utilizzati quindi finora (piattaforme o altro) per la didattica a distanza, devono diventare ora strumenti anche per l'interazione e la co-progettazione tra i docenti.
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- Scritto da Ciro Agizza
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Il Ministero ha pubblicato una prima nota con oggetto: Prime indicazioni operative per le attività didattiche a distanza, nel tentativo di fornire alcuni chiarimenti anche alla luce di tanti dubbi come indicato in diversi articoli pubblicati nei giorni scorsi.
La nota è ricca di osservazioni e chiarimenti che invitiamo tutti a leggere, alcuni passaggi faranno storcere il naso a tanti, estrapoliamo solo piccole parti in quanto è richiesto a tutti una attenta lettura Link NOTA
Cosa si intende per attività didattica a distanza
Le attività di didattica a distanza, come ogni attività didattica, per essere tali, prevedono la costruzione ragionata e guidata del sapere attraverso un’interazione tra docenti e alunni. Qualsiasi sia il mezzo attraverso cui la didattica si esercita, non cambiano il fine e i principi. Nella consapevolezza che nulla può sostituire appieno ciò che avviene, in presenza, in una classe, si tratta pur sempre di dare vita a un “ambiente di apprendimento”, per quanto inconsueto nella percezione e nell’esperienza comuni, da creare, alimentare, abitare, rimodulare di volta in volta.
Emergenza Coronavirus: siamo pronti a prorogare la sospensione didattica e rinviare rientro a scuola
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- Scritto da Barbara Bianchessi
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A causa del diffondersi del Coronavirus in questo periodo abbiamo assistito ad un evento mai visto prima ovvero la chiusura delle scuole. Prima Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna con i loro 3,3 milioni di studenti. Poi tutta l’Italia che conta quasi 8 milioni di bambini e ragazzi nelle scuole dai 6 anni, oltre un milione di universitari. Ma nonostante il DCPM parla di “chiusura scuole fino al 3 aprile” aleggia nell’aria un dubbio: sarà possibile davvero riaprire in quella data?
Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, ha affermato in queste ore che la scelta di chiudere le scuole e le università, al centro di molte polemiche, si è rivelata una scelta sensata, sta funzionando ed ha evitato, insieme ad altre misure, di rendere ancora più critica l’emergenza.
«Nei giorni immediatamente precedenti la scadenza del 3 aprile valuteremo la situazione. Siamo pronti a prorogare la sospensione didattica, se necessario».
«L’ipotesi di prolungare potrebbe porsi anche perché i dati delle ex zone rosse di Lodi e Codogno dicono che la riduzione di casi è stata netta. Quindi essere stringenti ci permette di contenere l’ondata e risparmiare vite e risorse».
Ha poi aggiunto che anche se «i bambini sono fortunatamente protetti dal rischio di sviluppare quadri gravi. Nessun paziente sotto i 30 anni è stato vittima di eventi fatali»; gli stessi «possono essere fonte di contagio per la famiglia e i nonni. È stato questo il razionale della chiusura delle aule».