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Il ministro Boschi oggi ha risposto ad una interpellanza del M5S, prima firmataria Silvia Chimienti, che nel question time ha chiesto conto al Governo delle iniziative per garantire l'immissione in ruolo di 150mila docenti precari a partire dal prossimo 1° settembre.
La risposta non ha soddisfatto il M5S visto che la Boschi è stata vaga sui numeri e sui tempi, affermando "non possiamo anticipare il contenuto del provvedimento che sarà esaminato e approvato dal Consiglio dei Ministri di domani. Possiamo dire che l'impegno sul piano assunzioni sarà rispettato a partire dalle Graduatorie ad esaurimento e dai vincitori del concorso 2012." La Boschi, ha inoltre aggiunto che non ci sono vincoli all'assunzione per il governo se non per il risarcimento di circa 2 mila docenti a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea, riferendosi probabilmente al censimento dei docenti con il requisito di 3 contratti al 31 agosto.
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Ancora precari col fiato sospeso. Il Consiglio dei ministri annunciato per ieri e che avrebbe dovuto trasformare il decreto legge sulla #BuonaScuola in disegno di legge slittato ancora a giovedì 12 marzo. Ieri, in serata, si è svolto un nuovo incontro tra il premier Renzi e il ministro Giannini, al cui termine è stato riferito che lo strumento legislativo per traghettare in porto gli interventi sulla scuola sarà un ddl, confermando la scelta già annunciata nei giorni scorsi dal Governo. Dunque delusi in tanti che speravano nel ritorno in pista di un decreto legge almeno per gestire la questione precari. «Sulle assunzioni ci sarà una risposta importante al precariato» hanno assicurato in serata fonti ministeriali senza sbilanciarsi però sui numeri. Per quelli bisognerà aspettare il consiglio dei ministri di giovedì pomeriggio. È la conferma della confusione più totale dell’esecutivo che nel fine settimana si era prodigato nel far pubblicare all’Ansa un lungo e dettagliato retroscena sullo stato delle «limature» ad un provvedimento che non vuole nascere. Voleva probabilmente essere un segnale per dare un taglio all’incontrollabile mercato delle anticipazioni che ha prodotto piani A, B, C.
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PSN ha letto e analizzato la bozza del Decreto Legge che era stata approntato dal Governo per l'attuazione della #BuonaScuola e che con buona probabilità sarà ripresa nel Disegno di Legge che sarà presentato al CDM del 10 marzo. Al di la della ristrettezza dei tempi per l'attuazione del piano di stabilizzazione, emergono con chiarezza numerosi punti critici sul testo trapelato. Un testo che presenta diverse criticità al limite dell'incostituzionalità e che potrebbe rendere il piano inattuabile su diversi aspetti che darebbero vita a tutta una serie di contenziosi.
Criticità che metteranno comunque fortemente a rischio le immissioni in ruolo entro il 1° settembre 2015 al di la dello strumento normativo che sarà utilizzato, sia esso il DL o DDL e ciò nonostante il premier Renzi abbia confermato assicurato che “non c’è rischio che le assunzioni saltino”.
Abbiamo riassunto di seguito alcuni dei punti più critici presenti nel testo e che minano la effettiva attuazione delle promesse assunzioni:
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Riportiamo il video con le dichiarazioni di Matteo Renzi in cui spiega il perché del cambio di idea da decreto legge a disegno di legge, alla fine del Consiglio dei Ministri del 3 marzo 2015.
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Pubblichiamo la bozza di quello che doveva essere il tanto sospirato decreto #Buona Scuola prima che il Premier Matteo Renzi annunciava che il Governo varerà solo un ddl chiedendone l’approvazione in tempi certi.
Molte sono le voci che si rincorrono ma quella che sembra essere più veritiera è la difficoltà crescente nel trovare la quadra sul decreto legge su cui si stava lavorando e la presa di coscienza di essere già oltre i tempi stretti necessari per poter mantenere le promesse fatte a suo tempo. Voci non confermate tuttavia parlano di un possibile ravvedimento ipotizzando ancora la presentazione di un Decreto Legge molto meno corposo che assicurerebbe le assunzioni previste, alcuni punti potrebbero essere tratti dalla bozza in allegato.
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Nuovo dietro front sulla riforma della #BuonaScuola, secondo anticipazioni del Sole 24 ore, al Cdm convocato oggi alle 18.30 saranno presentate solo delle linee guida. È questa la novità emersa dopo l’incontro stamattina a palazzo Chigi tra il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. Dunque sembrerebbe saltata anche l'ipotesi del disegno di legge a conferma delle difficoltà tecniche per la stesura del testo anticipate da PSN e per il caos che regna nel Governo. Solo in un secondo momento il governo deciderebbe se utilizzare lo strumento del disegno di legge o del decreto. Ieri sera era emersa la volontà del premier di accantonare lo strumento del decreto legge a favore di un disegno di legge (iniziativa che avrebbe spiazzato il Ministro Giannini. Oggi il nuovo cambio di programma, che mette ancora più a rischio il piano assunzioni di 150mila insegnanti precari promesso da Renzi, che doveva partire a settembre 2015.
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E' caos nel Governo dopo la svolta arrivata ieri in serata sul «pacchetto scuola» che doveva essere presentato oggi, martedì 3 marzo, in consiglio dei ministri in forma di Decreto Legge come annunciato soltanto 9 giorni fa. Il Premier Matteo Renzi ha, infatti, annunciato in serata che il Governo varerà solo un ddl - chiedendone l’approvazione in tempi certi - e non più anche l’annunciato decreto.
Dunque un disegno di legge e non un decreto sulla scuola come sempre affermato e messo nero su bianco anche nell'opuscolo sulla #BuonaScuola. Ufficialmente l'intenzione di Renzi, da sempre abituato ad agire senza il confronto parlamentare, sarebbe quella di lanciare un segnale di maggiore coinvolgimento alle Camere, dopo i richiami del presidente della Repubblica e della presidente della Camera sulla centralità del Parlamento nel processo legislativo. Gli addetti al lavoro e fonti del Miur vicine a PSN raccontano di una difficoltà crescente nel trovare la quadra sul decreto legge su cui si stava lavorando e la presa di coscienza di essere già oltre i tempi stretti necessari per poter mantenere le promesse fatte a suo tempo da Matteo Renzi. Di qui la scelta di presentare un disegno di legge, piuttosto che un decreto, con tutte le implicazioni sui tempi e la possibilità di smarcarsi dall'impegno solenne assunto e scaricare sulla discussione parlamentare e sulle altre forze politiche la responsabilità di una mancata attuazione.
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- Scritto da Antonio Guerriero
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Con circolare 26 febbraio 2015 n. 5 il Miur fornisce istruzioni sui seguenti profili: