Nuovo dietro front sulla riforma della #BuonaScuola, secondo anticipazioni del Sole 24 ore, al Cdm convocato oggi alle 18.30 saranno presentate solo delle linee guida. È questa la novità emersa dopo l’incontro stamattina a palazzo Chigi tra il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. Dunque sembrerebbe saltata anche l'ipotesi del disegno di legge a conferma delle difficoltà tecniche per la stesura del testo anticipate da PSN e per il caos che regna nel Governo. Solo in un secondo momento il governo deciderebbe se utilizzare lo strumento del disegno di legge o del decreto. Ieri sera era emersa la volontà del premier di accantonare lo strumento del decreto legge a favore di un disegno di legge (iniziativa che avrebbe spiazzato il Ministro Giannini. Oggi il nuovo cambio di programma, che mette ancora più a rischio il piano assunzioni di 150mila insegnanti precari promesso da Renzi, che doveva partire a settembre 2015.
Iscriviti alla nostra Fan page
Eppure il governo ha già avuto sei mesi per stabilire la rotta da seguire visto che le prime linee guida sono state approvate nel settembre scorso e la consultazione pubblica sulle modifiche contenute al loro interno si è chiusa a metà novembre.
Resta da capire, inoltre, la sorte del ddl delega che contiene le misure “più di sistema” sul fronte Istruzione (se sopravviverà o se le disposizioni verranno anch'esse traghettate nel nuovo disegno di legge). Il passaggio da un decreto-legge (immaginato fino a ieri sera) a un disegno di legge sarebbe stato dettato dalla composizione del provvedimento d'urgenza che, almeno stando alle ultime bozze, conteneva diverse norme non urgentissime (a partire dalla nascita dell'organico dell'autonomia prevista non subito, ma per l'anno scolastico 2016-2017). Nonché dalla volontà del governo di lanciare un segnale di maggiore coinvolgimento alle Camere, dopo i richiami del presidente della Repubblica e della presidente della Camera sulla centralità del Parlamento nel processo legislativo. Gli addetti al lavoro e fonti del Miur vicine a PSN raccontano però di una difficoltà crescente nel trovare la quadra sul decreto legge su cui si stava lavorando e la presa di coscienza di essere già oltre i tempi stretti necessari per poter mantenere le promesse fatte a suo tempo da Matteo Renzi. Di qui la scelta di presentare un disegno di legge, piuttosto che un decreto, con tutte le implicazioni sui tempie la possibilità di smarcarsi dall'impegno solenne assunto e scaricare sulla discussione parlamentare e sulle altre forze politiche la responsabilità di una mancata attuazione.