Al termine di un incontro tra il Miur e le Organizzazioni Sindacali a proposito del caos mobilità, la CISL ci fa sapere che:
- l’Amministrazione sostiene che il programma di gestione delle domande di mobilità era “correttamente impostato” ma che la quantità di dati da elaborare (nove milioni e mezzo di record solo per la fase C della primaria) ha generato diverse anomalie.
- Per porre rimedio a queste “anomalie” (i docenti che sono stati senza motivo sbattuti nelle più diverse zone d’Italia saranno felici di sapere che non sono sfortunati, ma “anomali”) il MIUR ha comunque dato la propria disponibilità a sanare le situazioni di movimenti non rispondenti a quanto previsto dalle regole definite contrattualmente.
Come avverrà questa “cura” per le “anomalie”? La medicina si chiama “conciliazione”: gli interessati, coinvolti in un movimento che risulti anomalo, potranno presentare richiesta di conciliazione ai sensi dell’art. 135 del CCNL all’ufficio territoriale che ha validato la domanda.
A voler essere precisi (noi non siamo un algoritmo e non ci piacciono le anomalie), l’art 135 del CCNL è relativo al tentativo obbligatorio di conciliazione , ma il c.d. “collegato lavoro” vale a dire la Legge 183/2010, ha previsto l’abolizione proprio del tentativo di conciliazione obbligatorio ossia di quel tentativo di conciliazione pre-giudiziale che nell’intento del legislatore sarebbe dovuto servire a limitare il contenzioso giudiziario ma che secondo i suoi critici più spietati è servito soltanto a ritardare i tempi di causa e che quindi è stato mandato in pensione.
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Siccome negli alti livelli il turnover funziona, al posto del pensionato tentativo obbligatorio è stato introdotto il il nuovo tentativo facoltativo, rimesso alla mera volontà delle parti. Ricordiamo che, essendo una delle parti il Miur, occorre davvero che il Miur concretizzi questa sua disponibilità che viene per ora solamente riferita dai sindacati e non confermata da viale Trastevere.
La procedura è rimasta pressoché invariata: il richiedente deve spedire l’istanza alla commissione competente a mezzo raccomandata a/r; se la controparte accetta la conciliazione, deposita, nei 20 giorni successivi al ricevimento della copia dell’istanza, la propria memoria difensiva e la commissione, nei 10 giorni successivi, fissa la comparizione delle parti per l’esperimento del tentativo, da tenersi entro ulteriori 30 giorni. In caso di rifiuto invece, ciascuna parte può adire l’autorità giudiziaria.
Se la conciliazione ha esito positivo, se ne redige un verbale che diverrà esecutivo mediante deposito in Tribunale. Se l’esito è negativo, la commissione formula una proposta che le parti sono tenute a valutare per fornire una risposta che potrà avere implicazioni nel successivo giudizio, qualora questo abbia luogo giacché la novità più rilevante del provvedimento consiste nella possibilità di ricorso all’arbitrato quale strumento di risoluzione delle controversie di lavoro alternativo all’autorità giudiziaria.
Pertanto ,nel nostro caso, la CISL ci informa che gli interessati, coinvolti in un movimento che risulti anomalo, potranno presentare richiesta di conciliazione ai sensi dell’art. 135 del CCNL all’ufficio territoriale che ha validato la domanda; gli uffici territoriali raccoglieranno le richieste di tentativo di conciliazione e le faranno pervenire al MIUR che, riconosciuta la legittimità della richiesta, darà disposizioni per concludere positivamente la conciliazione, assegnando la corretta titolarità utilizzando sia i posti dell’organico dell’autonomia ancora disponibili dopo le operazioni, e se necessario i posti dell’organico di fatto.
La conciliazione sottoscritta ha valore di sentenza e consente di ottenere lo stesso risultato che si potrebbe ottenere dopo una lunga e costosa vertenza al giudice del lavoro.
Quindi, capiamoci bene: l’Amministrazione, non annullerà le operazioni già disposte nei confronti degli eventuali controinteressati, ma assicurerà, tramite la conciliazione, il rispetto dei diritti contrattuali per chi ha subito un movimento non corretto. Tramite avviso agli uffici il MIUR al più presto darà indicazioni per la raccolta delle richieste di conciliazione.
Resta da vedere come andrà a finire. Questo rammendo ricucirà lo strappo che si è creato nei meandri dell'algoritmo? Non lo sappiamo. Certo che andare alla radice forse era troppo "rivoluzionario"... E’ tuttavia importante sottolineare la disponibilità del MIUR alla conciliazione rende di fatto la conciliazione il primo passo per qualsiasi ricorso. Quindi non va sottovalutata questa possibilità. Occorre per altro considerare che il MIUR (secondo i resoconti sindacali) ha detto che la mobilità non verrà rifatta né verranno riconsiderati i posti di chi si considera già soddisfatto. Ergo, il tentativo di conciliazione va fatto tenendo ben presente che se si chiede (con rivendicazione fondata) un ambito dove non sono avanzati i posti, o si ottiene qualcosa dall’organico di fatto, oppure ci si rivolge ad ambiti vicini, comunque più appetibili di un posto lontano. (questo per tranquillizzare eventuali controinteressati).
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