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Nacque a Reggio Emilia nel 1474, e morì a Ferrara nel 1533. Da sempre appassionato di letteratura, le necessità economiche familiari lo costrinsero a lavorare al servizio dei signori di Ferrara, gli Estensi. Pur svolgendo abilmente diversi incarichi burocratici, politici e diplomatici, non li amò mai, così come l'ipocrita ambiente delle corti, che descrisse, con serenità ed ironia, nelle Satire, composizioni poetiche simili a quelle del poeta latino Orazio.
Il suo preferire la tranquillità di una vita appartata non gli serviva, però, ad estraniarsi dalla società, ma ad assicurarsi la libertà intellettuale necessaria per rappresentarla e criticarla nei suoi aspetti più discutibili.
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Niccolò Machiavelli nacque a Firenze nel 1469; i diversi incarichi al servizio della sua città, tra cui varie missioni diplomatiche presso Stati italiani e stranieri, gli fecero conoscere a fondo la politica della sua epoca.
Apprezzò Cesare Borgia, un politico spregiudicato che, per costituire un vasto Stato nell'Italia centrale, fece ricorso a mezzi sanguinari, uccidendo i suoi rivali. Anche se sarebbe stato sconfitto, avrebbe molto influenzato il pensiero di Machiavelli.
Dopo che fu costretto a ritirarsi dalla vita politica, iniziò una serie di riflessioni il cui frutto più importante fu un'opera intitolata Il Principe, scritta nel 1513. Con essa si può dire che inizi lo studio scientifico della realtà politica, che in questo campo avrebbe reso Machiavelli importante come Galileo nella fisica.
Studiare scientificamente la politica significa cercare di cogliere le sue caratteristiche specifiche, che la distinguono dai comportamenti che ciascuno di noi ha nella vita di tutti i giorni: il "Principe", cioè colui che governa, l'uomo politico, non può attenersi in ogni circostanza alle leggi morali, ad esempio essendo leale, mantenendo la parola data e trattando umanamente i propri nemici...
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Il suo nome di "battesimo" fu Aron Hector Schmitz. Nacque nel 1861 a Trieste, ancora appartenente all'impero austro-ungarico, da un commerciante tedesco ed una donna italiana, ambedue di religione ebraica. Ebbe sempre, perciò, una "doppia cultura", con la quale si trovò sempre a suo agio.
Seguì studi di tipo commerciale e, nel 1880, dopo il fallimento dell'azienda paterna, iniziò a lavorare nella filiale triestina di una banca viennese, dove sarebbe rimasto per diciannove anni.
Nello stesso periodo lesse i classici italiani e i naturalisti francesi, oltre a filosofi come Schopenhauer e Nietzsche e scienziati come Darwin...
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Nacque a Genova nel 1896. A causa delle precarie condizioni di salute la famiglia lo indirizzò verso studi tecnici, più brevi di quelli classici; nonostante questo poté coltivare i propri interessi letterari frequentando le biblioteche cittadine e assistendo alle lezioni private di filosofia della sorella.
La sua formazione fu dunque da autodidatta: i suoi autori preferiti furono Dante, Petrarca, Boccaccio e D'Annunzio, e la sua immaginazione particolarmente colpita dal panorama della Riviera ligure, dove la sua famiglia trascorreva le vacanze.
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Scrittore, poeta e drammaturgo, nacque nel 1785 a Milano, nipote, per parte di madre, del celebre illuminista Cesare Beccaria, autore del trattato Dei delitti e delle pene.
Dopo la separazione dei genitori (1791) venne educato in diversi collegi religiosi. Il disagio sofferto lo portò a cercare rifugio nella letteratura, presto iniziando a scrivere versi, in cui risentì dell'influenza di Virgilio, Orazio, Dante, Petrarca, Monti, Parini e Alfieri.
Nel 1805 si trasferì a Parigi su invito della madre e del suo compagno Carlo Imbonati, che tuttavia morì prima di conoscerlo. Nella città francese frequentò un circolo di filosofi di orientamento intermedio fra l'illuminismo e il romanticismo nascente...
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Il protagonista de La Roba, Mazzarò, è un abbozzo di Mastro-don Gesualdo: come lui, infatti, è riuscito ad arricchirsi grazie al proprio duro lavoro, ad accumulare "roba" nonostante le proprie umilissime origini...
Per la lezione completa in PDF: La roba
Il romanzo più conosciuto di Verga, I Malavoglia, pubblicato nel 1881, fu scritto con la tecnica narrativa dell'impersonalità, cioè presentando direttamente il punto di vista dei vari personaggi, utilizzando un italiano quasi dialettale e i loro modi di dire...
Per la lezione completa in PDF: I Malavoglia
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Il pensiero di Leopardi, che sta alla base della sua produzione letteraria, è molto complesso, e proprio per questo può essere considerato una vera e propria filosofia, anche se egli non ha scritto dei trattati simili a quelli dei grandi filosofi.
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Nacque a San Mauro di Romagna (Forlì) nel 1855, quarto di dieci figli; nel 1867 suo padre fu ucciso da una fucilata mentre ritornava da Cesena, per motivi mai chiariti. Anche se ne derivò un peggioramento della condizione economica della famiglia, e poi la morte della madre e di diversi fratelli, il poeta riuscì a diplomarsi e ad iscriversi all'università di Bologna, dove fu allievo di Carducci.
In questo periodo, avvicinatosi ad anarchici e socialisti, fu arrestato per aver partecipato ad una manifestazione, restando in prigione per cento giorni (1879). Successivamente abbandonò la politica attiva.
Laureatosi nel 1882, insegnò latino e greco nei licei di Matera e di Massa, e le sorelle Ida e Maria, che avevano a lungo vissuto in convento, si trasferirono da lui. Per tale convivenza avrebbe rinunciato a diverse occasioni di matrimonio; dopo quello della sorella Ida ne soffrì la lontananza e le continue richieste di denaro...
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Nato ad Agrigento nel 1867, da una ricca famiglia borghese, e morto a Roma nel 1936, pur avendo scritto centinaia di novelle è ricordato principalmente per i lavori teatrali, che lo resero uno dei maggiori drammaturghi del XX secolo.
Appassionatosi alla letteratura in giovane età, frequentò le università di Palermo, Roma e Bonn; la malattia mentale della moglie, già fragile ed aggravatasi dopo il fallimento dell'azienda mineraria familiare, lo avvicinò agli studi di psicologia, compresi quelli di Freud...
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Il termine "decadentismo" deriva dal primo verso di un sonetto di Paul Verlaine pubblicato nel 1883 sulla rivista Le Chat Noir (Il gatto nero), "Io sono l'Impero alla fine della decadenza", che alludeva al fatto che l'esaltazione della raffinatezza e dell'eleganza è propria di epoche storiche al tramonto.
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Nella vita e nel capolavoro di Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, confluirono correnti del Decadentismo quali l'estetismo, il "dandismo" e il "maledettismo".
L'estetismo era il culto della bellezza, non soltanto artistica, ma anche della vita, che si desiderava originale e brillante in tutti gli aspetti, dal vestire all'abitare, dal mangiare alle relazioni sociali: gli esteti vestivano ed arredavano la propria casa con gusto, amavano consumare cibi raffinati in piacevole compagnia, discorrendo di argomenti mai banali o pesanti; sebbene talvolta potessero sembrare frivoli, detestavano l'ignoranza ed amavano la cultura e le arti...
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Nato ad Alessandria d'Egitto nel 1888, il suo interesse per la poesia si manifestò già durante la frequentazione di una delle più prestigiose scuole della città egiziana. Leggendo la rivista francese Mercure de France e l'italiana La Voce conobbe autori come Rimbaud, Mallarmé, Leopardi, Nietzsche e Baudelaire.
Trasferitosi a Parigi per frequentare l'università (1912), seguì le lezioni di Bergson ed entrò in contatto con un ambiente artistico internazionale: fu amico del poeta Apollinaire, conobbe pittori come Picasso, de Chirico e Modigliani e letterati come Papini, Soffici e Palazzeschi, per invito dei quali iniziò la collaborazione all'innovativa rivista Lacerba.
Nel 1914 partecipò alla campagna interventista nella guerra mondiale, arruolandosi come volontario quando l'Italia vi entrò...