Diffondere la passione di fare impresa, promuovere la cultura dell'intraprendere tra i giovani studenti, un bell'esempio di come il mondo delle start-up, possa dare alle scuole un supporto per nuovi modelli di didattica attiva e collaborativa. E' questo quello che sta avvenendo presso l’Istituto Tecnico per il Turismo "Livia Bottardi" (zona nella periferia orientale di Roma) dove in un progetto sono stati invitati in aula, nell'era della scuola digitale, tre giovani neo-imprenditori, cosiddetti statupper, per sviluppare le competenze richieste dal Word Economic Forum.
Ricordiamo che secondo il World Economic Forum tra le skills del 21esimo secolo ci sono Problem solving, Creatività, Comunicazione, Collaborazione, Curiosità, Iniziativa, Perseveranza, Flessibilità, Leadership. Queste competenze sono ben visibili e distinguibili nella figura dello startupper.
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L’idea di Anna Maria Panzera, storica dell'arte, scrittrice e professoressa presso l’Istituto "Livia Bottardi" è stata, quindi, quella di invitare tre neo-imprenditori per raccontare agli alunni le loro esperienze, simulare la nascita e l’avvio di un’impresa, promuovere una maggiore consapevolezza di sè e delle proprie competenze. Il dirigente scolastico, Valerio D’Elia ha accolto con entusiasmo l’iniziativa mettendo a completa disposizione degli alunni gli spazi scolastici utili allo svolgimento del percorso, che terminerà con la presentazione delle idee imprenditoriali degli alunni in aula magna. Alessandra, Edoardo e Fabrizio (questi sono i nomi dei 3 neo-imprenditori coinvolti) non sono estranei a questo format di sharing tra la suola e la loro realtà imprenditoriale. Qualche mese fa, infatti, presso il Liceo Righi di Roma hanno coinvolto 180 ragazzi dai 14 ai 18 anni in un percorso di autoimprenditoria che ha portato quattro maturandi su Wired (ambita rivista del settore) citati come una delle 8 startup per il turismo.
Alessandra Graziosi, creatrice della Start-up "Iosmosi" che permette scambi culturuali e linguistici di paesi diversi, dice “Abito a 500 metri dall'Istituto, sono nata anche io alla periferia est di Roma e quando la professoressa AnnaMaria Panzera mi ha chiesto di pensare ad un format che stimolasse alla cultura digitale e all’autoimprenditorialità, con particolare attenzione al territorio, non ci ho pensato due volte. Inoltre, la 2A è una classe formata per la maggior parte da ragazze ed in Italia le founder di nuove imprese innovative sono il 13,5% del totale. Credo fortemente nella validità delle esperienze di carattere imprenditoriale per le giovani e nel valore dello sharing tra donne”. Anche terminata l’esperienza Alessandra, Edoardo e Fabrizio si renderanno disponibili a sostenere gli alunni e le loro idee di impresa.
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