E' proseguito oggi,26 gennaio, l’analisi dell’articolato riguardante la nuova ipotesi di Ccni 2017-2018. E’ stato raggiunto un sostanziale accordo tra le parti, con le ultime revisioni su alcuni punti che hanno richiesto diverse fasi di confronto. Tuttavia restano ancora due questioni aperte su cui il confronto sembra essere arrivato ad uno stallo. Una situazione che potrebbe allungare e non di poco i tempi per la sottoscrizione del contratto di mobilità 2017. Tra i punti controversi la possibilità di richiedere tra le 5 sedi proprio la sede su cui il docente ha già l'incarico triennale.

Ecco le primissime indiscrezioni dai resoconti sindacali:

Come aveva comunicato la Cisl scuola in un  comunicato che precedeva l'incontro di oggi, sono molte le segnalazioni, fatte da tutte le Organizzazioni Sindacali, di numerosi refusi da correggere, per rendere più preciso un contratto che contiene diverse innovazioni.

 

L’intesa del 29 dicembre – aveva affermato la segretaria generale Maddalena Gissi – è maturata in un clima di più aperta disponibilità al confronto determinato sicuramente anche dall’accordo del 30 novembre sui contratti del lavoro pubblico, con cui si è assunto l’obiettivo di una decisa valorizzazione delle relazioni sindacali come fonte privilegiata nella disciplina del lavoro pubblico. Per la Cisl Scuola  con le regole della mobilità si punta a rimuovere ragioni di disagio indotte da discutibili scelte legislative, restituendo un clima di maggiore serenità alle persone e alle scuole, evitando contrapposizioni fra aree territoriali, a tutte e a ciascuna delle quali vanno assicurate condizioni di effettiva garanzia nell'esercizio del diritto allo studio. Proseguirà nel frattempo anche il confronto sulla sequenza contrattuale riguardante le modalità di assegnazione della sede al personale titolare di ambito.

 

Nell'incontro di oggi restano ancora due i nodi da sciogliere:

  • Il primo riguarda la possibilità, o meno, di esprimere la scuola attuale come preferenza puntuale (nel limite delle 5 consentite), per i docenti che nella stessa scuola si trovano con incarico triennale da ambito.

Il punto, sostenuto dalla FLC CGI e le altre OO.SS, serve a stabilire un principio di equità con chiunque abbia concorrenza su un posto liberatosi, ottenendo però una titolarità definitiva. Il MIUR,invece ne sostiene la limitazione, assimilando i docenti con incarico triennale a quelli già titolari nella scuola, nell’analogia della comune indisponibilità dei posti da loro occupati ai fini della mobilità.

  • L’altro aspetto di contrasto riguarda le modalità con cui i docenti dovranno essere assegnati in sedi scolastiche staccate, succursali, associate anche lontane territorialmente o in comuni diversi; la novità che sta alla base di questa richiesta sindacale deriva dall’attivazione dell’organico unico dell’autonomia che sopprimerà i codici distinti, in precedenza sedi di organici specifici.

Resta da avviare la trattativa sull’altro accordo riguardante le procedure e le modalità di assegnazione dagli ambiti alle scuole, accordo che, come sottoscritto nell’intesa politica del 29 dicembre 2016, deve essere contestuale alla sottoscrizione della pre-intesa sulla mobilità.

I docenti e gli ATA sono in attesa di un contratto importante per il loro destino professionale e per il benessere lavorativo come precondizione per svolgere serenamente il proprio delicato servizio a beneficio degli alunni- ha commentato Francesco Sinopoli, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.Per questo non si perda altro tempo: si accetti un confronto in trasparenza e si proceda verso la chiusura di un negoziato che proprio l’esperienza negativa dell’anno passato impone sia rapido e completo, in un unico tempo, su tutta la gamma degli argomenti. La FLC CGIL non ha nessuna intenzione di retrocedere dai punti acquisiti e dalle posizioni assunte e verificate nel confronto di massa con i lavoratori.

Per la Uil scuola,invece, il testo, anche se migliorato nel corso del confronto, lascia irrisolti alcuni aspetti. Non si può, infatti, procedere con il metodo dei due pesi e due misure, dichiarano tramite comunicato ufficiale.
Si trattano in modo diverso il personale docente e quello Ata. Agli uni si riconosce il punteggio pieno, pre-ruolo e altro ruolo, ai fini della mobilità a domanda e al personale Ata no. Inoltre, l'amministrazione non vuol consentire ai docenti di ruolo,  trasferiti dagli ambiti, in servizio in una scuola, di poter richiedere la stessa scuola nella domanda di mobilità. Di restare dove già si è in sostanza.
Ipotesi che non viene prevista. Si arriva, quindi, ad un risultato paradossale: il docente resterebbe nella stessa scuola senza titolarità, senza posto, mentre un altro docente, titolare di altro ambito e in servizio in altra scuola, ne assumerebbe la titolarità. Questo in piena contraddizione con il principio della continuità didattica.Su queste questioni sollevate dalla Uil Scuola, il Miur temporeggia e non dà risposte chiare e definitive.

Nel comunicato dello SNALS-Confsal, per quanto si precisa che sono stati integrati alcuni aspetti affrontati in prima lettura e ad un riesame globale del testo, restano ancora irrisolti alcuni problemi richiesti dallo stesso sindacato, quali:

 

  • la possibilità di trasferimento del titolare di ambito sulla scuola in cui ha ricevuto l’incarico triennale da parte del dirigente scolastico o da parte dell’USR, esprimendo, tra le 5 preferenze di scuola, anche il codice della istituzione scolastica per la quale ha ottenuto tale incarico;

  • la tabella di valutazione del personale ATA per la quale la nostra delegazione sindacale aveva richiesto di valutare il servizio pre-ruolo, prestato in altra area, come quello prestato nella propria. Ciò per evitare discriminazioni nei riguardi di chi ha effettuato il servizio pre-ruolo in altro profilo appartenente ad altra area, in quanto ai soli fini della mobilità a domanda, non verrebbe assegnato, a tale servizio, un punteggio pari a quello assegnato per il servizio di ruolo.

Inoltre,l’Amministrazione ha cambiato opinione su una questione che sembrava ormai risolta: introdurre la contrattazione d’istituto per l’assegnazione del personale docente a sedi della medesima istituzione scolastica situate in comuni diversi da quello sede di organico. Si era convenuto, nelle precedenti riunioni, che, in tal caso, i criteri di assegnazione a tali sedi dovevano essere definiti dalla contrattazione di istituto.

Invece l’Amministrazione ha proposto, in data odierna, un testo del tutto irricevibile, che limiterebbe la fattispecie della contrattazione ai soli casi di sedi della stessa istituzione scolastica inserite in ambiti diversi. Praticamente la contrattazione non si effettuerebbe quasi mai, visto che è espressamente previsto che un istituto non debba avere, di norma, nel proprio organico, sedi appartenenti ad ambiti diversi. Inoltre non si è parlato della proposta relativa alla contrattazione per i passaggi del personale docente, titolare di ambito, da ambito a scuola, dove lo Snals aveva definito “provocatoria” la proposta presentata dall’Amministrazione, che prevedeva, nel quadro nazionale dei requisiti da collegare alle competenze professionali richieste, ben 41 argomenti tra esperienze professionali, titoli ed esperienze organizzative. Inoltre, in tale traccia di proposta di accordo sulle procedure per l’individuazione per competenze, si avanzava l’inaccettabile tema del colloquio.

 

Delusione da parte della Cisl scuola, che nel comunicato diramato da poche ore, ha sottolineato il sorprendente un cambio di posizione dell'Amministrazione, che ha rimesso in discussione quanto già concordato sulla necessità di prevedere un livello di contrattazione integrativa d’istituto cui demandare la definizione dei criteri per l'assegnazione della sede di servizio al personale in organico, qualora l’istituzione scolastica comprenda sedi situate in comuni diversi.Questo inatteso dietrofront pone un’evidente questione politica che a tale livello andrà dunque affrontata e risolta, con l'obiettivo che la definizione delle regole per l’assegnazione del personale alle sedi, talvolta in comuni a notevole distanza l’uno dall’altro, avvenga col pieno coinvolgimento delle rappresentanze sindacali. 
Al di là delle sciocchezze messe in giro in queste ore da chi si inventa stravaganti valutazioni sul comportamento delle RSU, ignorando che sono i lavoratori, ogni tre anni, a giudicare il loro operato, resta per noi un punto dirimente collocare il contratto, sotto questo aspetto, su una linea di coerenza con l’intento di valorizzare le relazioni sindacali contenuto espressamente nell’intesa sul lavoro pubblico del 30 novembre. A tale coerenza richiameremo dunque l’Amministrazione.Tornando al contenuto del testo contrattuale, risulta accolta la nostra richiesta di valutare anche per il personale ATA, oltre che per i docenti, il servizio pre-ruolo con punteggio pari a quello di ruolo nei trasferimenti a domanda. È invece opportuna, per quanto ci riguarda, la scelta di confermare, la diversa valutazione (come attualmente previsto ) dei servizi di ruolo e non di ruolo prestati in area diversa.

 

E sulla questione è intervenuto anche Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, che ha commentato:

La mobilità che si sta andando a comporre dovrà per forza di cose rispettare la normativa europea, dando innanzitutto il giusto riconoscimento al servizio svolto durante il precariato, anche ai fini dell'assolvimento del vincolo su posto di sostegno; già lo schema di decreto legislativo recante “norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità” approvato il 14 gennaio in Consiglio dei Ministri e ora al vaglio delle commissioni parlamentari, ci ha dato ragione sul punto. Il testo sulla mobilità che si sta andando a firmare deve necessariamente rispettare il diritto di tutti i lavoratori al giusto riconoscimento della propria professionalità. È evidente che i pasticci fatti nel 2016, sull’algoritmo come sulla chiamata diretta, non potranno assolutamente ripetersi. Per questo, è bene sottoscrivere subito, nero su bianco, un contratto chiaro e puntuale, che consideri necessariamente i periodi di servizio, a iniziare dalle supplenze. Altrimenti, saremo costretti a una nuova stagione di ricorsi e il Miur sarà ancora condannato in tribunale.

 

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