Continuiamo ad analizzare le numerose criticità che emergono dalle linee guida pubblicate dal Miur per la chiamata diretta.
Ricordiamo che le operazioni di individuazione dei docenti secondo tale procedura sono già in atto in questi giorni per la scuola dell’infanzia e primaria.
La procedura prevede che il Dirigente Scolastico pubblichi, sul sito istituzionale della scuola, uno o più avvisi dei posti disponibili, distinti per tipologia o per classe di concorso (nella secondaria), nei quali vanno indicati i criteri stabiliti e i termini di scadenza per la presentazione delle candidature, per la proposta di incarico da parte del dirigente e per l’accettazione da parte del docente stesso.
Il DS, dopo aver esaminato i curriculum dei docenti inseriti nell’ambito ed aver effettuato eventuali colloqui anche via skype o videochiamata, dovrà individuare, con scelta motivata, il docente a cui proporre l’incarico e dovrà inviare tramite mail (non è specificato se PEC o mail normale) la proposta.
I docenti che riceveranno più proposte potranno inviare ai DS, entro tempi sicuramente brevissimi, l’accettazione dell’incarico.
Già precedentemente su PSN avevamo evidenziato l’importanza di definire una data unica al livello nazionale per l’invio della proposta di incarico a tutti i docenti di uno stesso posto o classe di concorso.
Nonostante le richieste sindacali e il buon senso, il MIUR, nelle linee guida, ha chiarito che sarà compito del DS decidere i tempi entro cui inviare la proposta ed entro cui comunicare la risposta.
Questa modalità rischia di limitare la possibilità di scelta riconosciuta dalla legge ai docenti. Potrebbe infatti capitare che la scuola A decida di inviare la proposta il giorno 6, individuando un limite di 24h per rispondere, mentre le scuole B e C pubblichino una proposta il giorno 8. In questo caso, il docente individuato dalla scuola A sarebbe costretto ad accettare la proposta ricevuta prima ancora di conoscere le eventuali proposte delle altre due scuole.
A tal proposito, sono già giunte in redazione segnalazioni di questo tipo, ossia di scuole che hanno indicato termini diversi per l’accettazione della proposta. Una lettrice ci racconta, addirittura, di un termine utile individuato per l’accettazione pari a un’ora dal momento della proposta.
Inoltre, dati i tempi strettissimi, non è chiaro, qualora il primo docente individuato dal DS dovesse rifiutare in quanto già destinatario di altra proposta a lui più gradita, se sarà data al dirigente la possibilità di convocare il docente che figura come seconda scelta e con quali termini.
Anche in questa seconda ipotesi, sarebbe opportuno definire i tempi della “seconda chiamata” al fine di evitare che ad uno stesso docente possano arrivare, in tempi diversi, più proposte che non lascerebbero, allo stesso ormai impegnato, libertà di scelta.
Il rischio concreto è che si possa verificare una “corsa ad accaparrarsi il docente”, con conseguente caos nelle segreterie delle scuole.
Qualcuno potrebbe pensare che i problemi evidenziati non siano così tanto rilevanti. A tal proposito, è bene ricordare che la possibilità di optare per la scuola più gradita da parte del docente assegnato su ambito territoriale, qualora questi dovesse essere individuato dai DS di più scuole, è un diritto sancito dal comma 82 della stessa legge 107 e che, quindi, non consentire la libertà di scelta sarebbe lesivo di un diritto garantito dalla stessa.
Articoli Correlati:
Chiamata diretta: Le 10 regole d’oro per prepararsi e superare brillantemente il colloquio
Pasticcio Mobilità: modello di reclamo contro errori assegnazione ambito
Chiamata diretta: Esclusiva PSN, esempi di Curriculum compilati
Chiamata diretta: curriculum vitae, video tutorial su come inviare le candidature ai DS