La storia

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Un racconto irriverente che umanizza anche le principesse storiche delle fiabe classiche.

Laura torna da scuola, dove ha discusso animatamente con un suo compagno di classe: Marcello sostiene, infatti, che Cenerentola era una “puzzettona”!

 

 

Il papà apre allora con lei “Il libro segreto delle principesse” (apprezzabile, tra l’altro, questa struttura di storia nella storia) e, insieme, scoprono che Cenerentola era fuggita dal ballo, allo scoccare della mezzanotte, perché aveva mollato una puzzetta proprio nell’attimo in cui l’orologio suonava i suoi rintocchi. E Biancaneve non era svenuta a causa della mela avvelenata offertale dalla strega, bensì per una “puzzetta talmente bestiale che si rivelò tossica”.

E la Sirenetta, quando faceva le puzzette sott’acqua e si vedevano le bolle, diceva a tutti che erano i ruttini delle alghe.

Il finale è tenero e rassicurante:

«Ma, anche se fanno le puzzette, restano sempre delle principesse bellissime, vero papà?»

E la risposta non può che essere affermativa.

[Autori: Ilan Brenman, Ionit Zilberman. Traduzione di Daniele Petruccioli. Edizione: Gallucci]

Età: 5-8 anni

Le tematiche

  1. Non esistono libri per bambini e libri per bambine e questo racconto lo dimostra. A partire dai 4/5 anni, il tema delle puzzette e della cacca è argomento preferito di tutti i piccolini, che hanno gran senso dell’umorismo e si sbellicano dalle risate ascoltando la storia qui proposta.
  2. Umanizzare: in un mondo in cui domina la pretesa di perfezione, dissacrare i modelli e ridimensionarli, per renderli più vicini a noi, aiuta a rafforzare la percezione e la stima di sé e a costruire un carattere forte, che sappia resistere ai continui urti cui gli altri ci sottopongono.

Proposte didattiche

Fate un gioco:

  1. Fate sedere in cerchio in cerchio tutti i bimbi
  2. Ciascun bambino esprimerà qual è, secondo lui, il suo maggior pregio.
  3. Tutti gli altri diranno, ciascuno, qual è l’aspetto che più apprezzano di questo bambino. E, man mano si prosegue a turno.
  4. Si fa un cartellone per ogni bimbo: al centro il disegno che lui ha fatto di sé (potete preferire una foto, ma il disegno esprime come egli vede se stesso), sotto la foto il miglior pregio che ha espresso e intorno le qualità individuate dai suoi compagni.
  5. Se avete molto tempo a disposizione o volete dedicare due lezioni a questi argomenti, potete lavorarci su così: ad ogni bimbo si chiede quale atteggiamento altrui lo infastidisce, indispettisce o lo fa soffrire di più. Evitate di far dire CHI possiede quel difetto: meglio far emergere gli aspetti che valorizzano i bambini e non personalizzare quelli che li mortificano.
  6. Ogni elemento negativo viene scritto su un cartellone e sotto verranno indicati gli esisti della discussione, ovvero quali reazioni genera, negli altri, quel difetto.
  7. Si potrebbe stilare, infine, un cartellone con le “regole sociali ed emotive” della classe: da una parte gli atteggiamenti che fanno stare bene gli altri, dall’altra quei comportamenti che vanno evitati perché generano, comunque, la sofferenza altrui.

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