cod lav 1cod lav 2cod lav 3Parte1 - Premessa

Sono sempre stata un po’ perplessa al cospetto della “didattica trendy”, come quando andava di moda il circle time e tutti mettevano le sedie in cerchio, o il cooperative learning e tutti mettevano i banchi a 4, ignorando che sono ambedue tecniche mutuate dalla psicologia e che hanno sottese tecniche ben precise, soprattutto attuabili in risposta ad esigenze didattiche definite.

La promozione del pensiero computazionale, oggi di gran moda, non serve a tutti, o meglio , se serve, (e io presumo serva a tanti), il docente comunque deve scoprirlo .

Ogni metodologia deve nascere da un’esigenza didattica, così da conferire scientificità al nostro insegnare, diversamente c’è la creazione del bisogno come fanno la moda e la pubblicità o le ricette standard che spesso ci propina il Miur.

Ora vi racconto da dove nasce il progetto di coding (o meglio anche di coding) che intraprenderò con le mie classi IV di scuola primaria e condividerò con voi.

Maggio scorso classe terza primaria, un’ alunna entra in classe spaventata:

-Maestra c’è un MALATO nel telefono!
(Un “malato” per i non partenopei è “un pervertito”).

 

Il malato spione era collocato “nell’occhio dell’app del gattino parlante” per essere precisi.

gatto

 Cerco di calmarla condividendo il suo problema con la classe, immaginando che i compagni l’avrebbero rassicurata… ma sorpresa: tanti sapevano del “malato immaginario” e lo temevano pure!

Cos’era successo? Dall’app smartphone del gatto, si erano attivate pubblicità verso una chat e in questa chat era possibile che ti contattasse un malintenzionato … e … la fantasia ha preso il sopravvento…

Tuttavia nessuno dei “nativi digitali” le suggeriva di staccare la web cam, nessuno le diceva che disinstallata l’app si sarebbe confutato l’eventuale pericolo, nessuno le faceva notare che se non chattava non sarebbe accaduto nulla … tutti spaventati e pure tanto!

Allora quest’anno partendo da un brainstorming ho chiesto loro cosa fosse sotteso ai loro videogiochi e se fossero come la realtà.

Risposta: sì, nel videogioco posso fare tutto.

Io: ma super Mario non può volare se e quando io voglio…

Risposta: si, se metti la modalità free!

Io: ma non può costruire ciò che gli pare …

Risposta: lui no, ma Minecraft si!

Sappiate che ho faticato un bel po’ a far emergere dai “nativi digitali”, che definirei passivi ignari digitali”, che il videogioco è limitato dalla programmazione di qualcuno, poiché pensano di essere loro i fautori di tutto.
pac manUn po’ è pure comprensibile, su diciamolo, se guardate ai videogiochi di ora rispetto ai nostri: Pac-man lo capivi benissimo quanto fosse limitato, neppure in diagonale si andava... e "Space Invaders", "Birreria"... :) ? 


Perciò , se avete avuto la pazienza di leggermi fin qui, sappiate che con le colleghe di classe lavoreremo fermamente sul pensiero computazionale e sul suo esercizio che è il coding, ma di sicuro faremo smontare anche un pc o uno smartphone, un tablet (secondo l’antica metodologia “più troviamo più smontiamo”) lavorando su hardware e software, sperando che a maggio prossimo nel telefono non ci sia più nessuno!

Condividerò questo percorso con voi e come sempre aspetto commenti!

Valeria Famà