Cambio di programma nella questione “vaccini obbligatori”: la notte scorsa sono stati infatti approvati dalla Commissione Sanità del Senato alcuni emendamenti che vanno a ridurre a 10 le vaccinazioni obbligatorie e a 4 quelle che vengono "consigliate attivamente"; in più sanzioni ridotte per i genitori che non vaccinano i figli con multe che scendono da 7.500 a 3.500 euro, con il minimo fissato a 500 euro.
In sostanza è stato dato via libera (dopo quello ricevuto ieri dalla Commissione Bilancio), al testo 2 dell'emendamento della relatrice Patrizia Manassero (PD) che riduce le vaccinazioni obbligatorie da 12 a 10, a cui si aggiungono 4 "consigliate" , ovvero, il Meningococco B e quello C, lo Pneumococco e il Rotavirus Infine viene cancellato dal testo il possibile ricorso al Tribunale dei Minori in caso di reiterata mancanza di risposta dei genitori alle sollecitazioni delle Asl.
Come si legge nel documento il testo "appare pienamente rispondente ad affrontare le problematiche epidemiologiche del paese così come rappresentate dall’Istituto Superiore di Sanità".
Ma non è finita qui:
Alla conclusione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha dichiarato:“abbiamo approfondito il decreto sui vaccini presentato dal governo, proprio oggi in Senato è stato ridotto il numero di vaccini obbligatori, da 12 a 10. Abbiamo inserito la previsione di estendere l’obbligo di vaccinazione agli operatori sanitari, una parte del problema che va affrontata”.
Ma con l'emendamento (in foto) l'obbligo potrebbe interessare anche il personale docente a partire dal 1° gennaio 2018:
Poteva peggiorare una situazione già paradossale? Sì. Ecco come intendono estendere l'operazione di polizia sanitaria a una qualche milionaria di adulti che lavorano nei servizi territoriali e a scuola. In modo maldestro, ha dichiarato dalla pagina Facebook la Sen. Maria Mussini, vicepresidente Gruppo misto.
La stessa dal suo sito ha così commentato la "questione vaccini": “Non entro nel merito delle ragioni di natura scientifica che inducono molti a ritenere il decreto Lorenzin sull’obbligatorietà vaccinale un provvedimento azzardato e affatto razionale. Mi soffermo invece sulle implicazioni politiche di ciò che io ritengo un atto di polizia sanitaria, pur riconoscendo il valore della prevenzione vaccinale e non condividendo il partito dei no vax.
In una democrazia sana, i provvedimenti del Ministero della salute dovrebbero incontrare l’adesione della maggior parte dei cittadini, che dovrebbero attribuire a quel dicastero tutta l’autorevolezza e la competenza necessarie per decidere nel migliore dei modi sui temi della loro salute.
Accade invece che il decreto Lorenzin venga rigettato sia da molti genitori preoccupati, sia da quella parte di comunità scientifica che ha espresso perplessità nonostante un’aggressività censoria sfociata addirittura per qualcuno nella radiazione dall’albo dei medici. Oltre alle motivazioni scientifiche, alla base di questa reazione vi sono anche ragioni più generali che coinvolgono sia la gestione complessiva della sanità pubblica, sia la concezione stessa di Stato.
Il decreto Lorenzin è emblematico dell’atteggiamento schizofrenico che compromette quell’alleanza medico-paziente spesso invocata dalla politica ma in realtà poco praticata. (...)Il decreto Lorenzin contribuisce dunque ad amplificare il gap di fiducia tra cittadini e sanità pubblica, togliendo al paziente la libertà di scegliere in piena consapevolezza e al medico la sua facoltà di valutare sulla base dell’individualità del singolo, sostituendola con l’applicazione del protocollo vaccinale standard.
Per queste ragioni i miei interventi puntano certamente ad annullare il provvedimento o comunque a ridurne l’impatto, ma anche a cercare di ricostruire il rapporto medico-paziente, restituendo al cittadino il diritto di essere pienamente informato e mettendo nello stesso tempo il medico nelle condizioni di valutare e seguire in modo approfondito il paziente. Da qui la mia richiesta di ridurre il numero di bambini per pediatra incrementando nello stesso tempo quello dei pediatri attraverso l’aumento dei posti nelle specializzazioni. (...) Questo provvedimento, così come tutti gli altri che sono stati imposti da questa maggioranza quali la Buona scuola, il Jobs act, il Salvabanche, producono l’effetto di scavare un solco sempre più profondo tra cittadini e Stato. (...)
(articolo pubblicato sulla Gazzetta di Reggio - 4 luglio 2017).
Il parere delle Regioni:
Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni:"E' accaduto quello che si sapeva: la Regione Veneto continua a dire che è a favore delle vaccinazioni ma non è d'accordo sull'impostazione del governo su cui tutte le altre Regioni - tranne la Valle d'Aosta, con una posizione ancora differente - concordano. La stragrande maggioranza è dunque a favore, comprese Lombardia e Liguria. E' assolutamente legittima la posizione del Veneto, anche nel fare ricorso, ma risulta incomprensibile". Ilpresidente Luca Zaia, presenterà ricorso alla Consulta.
La Commissione Sanità concluderà oggi l'esame del provvedimento che approderà poi inaula Senato la prossima settimana e successivamente alla Camera: il testo potrebbe quindi esser soggetto ad ulteriori modifiche.
(in allegato il documento completo)
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