firmaFonte Repubblica

Un percorso a ostacoli quando si è già in dirittura d’arrivo. Trappole e mine disseminate ovunque. I seimila precari della scuola — che verranno immessi in ruolo in Campania a cominciare da oggi (con le prime convocazioni al Galileo Ferraris di Scampìa per scegliere la sede) nella cosiddetta fase C del piano straordinario di assunzioni — vivono ore di caos e incertezza. Procedure farraginose ed equivoci normativi tengono sul chi vive ogni docente in procinto di firmare l’agognato contratto a tempo indeterminato.


Perché per alcuni è addirittura meglio non andare affatto a scegliere la sede dove quel contratto sarà firmato stando, almeno, alle indicazioni di qualche sindacato. La questione non è di facile soluzione. Tutti i precari che nelle scorse settimane hanno ottenuto un incarico annuale sono messi di fronte ad una scelta: lasciare la scuola nella quale stanno attualmente lavorando, rescindendo unilateralmente il contratto, o restare nella sede dell’incarico annuale e rinviare l’immissione in ruolo al giorno successivo la scadenza del contratto in corso.

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Il Miur offre questa doppia possibilità, ma le varie direzioni scolastiche regionali stanno dando, sulla materia, informazioni discordanti. «La Lombardia si regola in un modo, la Campania in un altro», è l’esempio che fa Luigi Panacea della Uil scuola di Napoli. Le indicazioni giunte dal Miur, con le risposte ai quesiti specifici, sono state a dir poco contraddittorie, o quanto meno confuse. E la direzione scolastica della Campania ha interpretato il dettato romano dicendo, in un avviso di due giorni fa, che «i soggetti assunti nella fase C titolari di supplenza fino al 30 giugno o al 31 agosto, che intendono permanere nella sede di servizio, non devono presentarsi alla convocazione».

Aggiungendo poi: «Le richieste di differimento della presa di servizio all’1° luglio o al 1° settembre 2016 devono essere presentate all’indirizzo di posta elettronica dell’ufficio scolastico territoriale competente per l’immissione in ruolo, pertanto i soggetti interessati non devono presentarsi alla convocazione».

Sin qui gli uffici della Campania, che però nulla precisano circa i docenti che intendono lasciare la supplenza e accedere al ruolo. «Le incertezze e i problemi che stanno avendo tante persone — spiega la Uil — nascono dal fatto che il Miur non ha emanato disposizioni chiare e univoche su tutto il territorio nazionale», offrendo la sponda ad una disparità di trattamento, tra regione e regione, che darà la stura ad una pioggia di ricorsi.

«Questo procedimento ha aperto una fase terribile, fatta male e gestita peggio — aggiunge Fiorella Esposito della Flc Cgil di Napoli — Il governo ha fatto il piano di assunzioni straordinario perché obbligato dall’Unione europea, non per migliorare la scuola. Il modo in cui le assunzioni avvengono dimostra che la “Buona scuola” è una mistificazione. Non c’è alcuna volontà politica di migliorare il nostro sistema d’istruzione».

Fonte Repubblica

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