I nodi vengono al pettine dopo mesi e mesi di annunci e proclami sulla #BuonaScuola con la promessa di assumere 150 mila precari, quando nel settembre 2014 presentò il famoso opuscoletto accompagnato dalle slide tanto care a Renzi. Dovevano essere 150 mila assunzioni, poi a marzo 100 mila ma adesso il governo fa marcia indietro sull'assunzione dei precari.
E ciò nonostante i soldi ci siano per le assunzioni visto che furono stanziati nella legge di stabilità 2014 approvata a fine dicembre 2014 e da tanti sbandierata come prova certa delle future assunzioni. Nel testo sono infatti stati stanziati i fondi, scritto nero su bianco: "... nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è istituito un fondo denominato «Fondo "La buona scuola"», con la dotazione di 1.000 milioni di euro per l'anno 2015 e di 3.000 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2016. Il Fondo [...] è finalizzato [...] con prioritario riferimento alla realizzazione di un piano straordinario di assunzioni ...".
Ma a distanza di quasi sei mesi, Renzi, ospite a Porta a Porta, fa un annuncio che mostra tutti i limiti del suo mandato e della capacità di affrontare i problemi reali del precariato, impantanato in una riforma contestata da gran parte del mondo della scuola e dagli stessi precari.
Il premier Renzi con le sue parole mostra la volontà di aggirare i problemi e smarcarsi da quella promessa fatta a suo tempo e che, come più volte scritto su PSN, non sarebbe stato capace di mantenere, in primis, per evidenti limiti legati allo stesso meccanismo con cui si è definito il piano di assunzioni.
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Ma, come nel suo stile, Renzi non ammette la disfatta e tenta di scaricare le difficoltà e la responsabilità della sua scelta sulle opposizioni. Queste infatti le parole pronunciate a Porta a Porta: "a causa delle scelte che ha fatto l'opposizione di bloccare la discussione, fisiologicamente le assunzioni non si possano fare per settembre. Quest'anno con tremila emendamenti mi pare difficile che si assumano... Si andrà al prossimo anno"
Renzi respinge la possibilità di stralciare il tema delle assunzioni per approvarlo prima della riforma della scuola: "Non è che li assumo e non faccio la riforma, perche è la scuola non è un assumificio."
Opposizioni, con il M5S in testa, cui da tempo si è unita anche la minoranza Pd, che chiedono di separare il cammino della riforma La Buona Scuola da quello delle assunzioni dei precari.
Più tardi, dopo le prime agenzie, Renzi corregge il tiro in un tweet dove precisa di non voler bloccare la riforma «Noi ci siamo,spero anche gli altri», spiega ma intanto annuncia per inizio luglio una conferenza sulla scuola che comprenda i sindacati, gli insegnanti e le famiglie che servirà solo a prendere o meglio perdere ulteriore tempo. Una finta mano tesa alla minoranza che chiedeva un approfondimento sul tema mentre il Presidente del Consiglio non ha intenzione di stralciare le assunzioni con un decreto.
La #buonascuola prevede centomila prof in più, organico funzionale e più soldi per scuola. Noi ci siamo. Spero anche gli altri #portaaporta
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 16 Giugno 2015
Renzi sembra aver preso atto, finalmente, dell'impossibilità di stare nei tempi per attuare una riforma che solo per la definizione dell'organico aggiuntivo richiederebbe mesi. E questo al di la delle difficoltà sui numeri in Senato, dove la disfatta alle elezioni regionali e comunali del PD e la vicenda Azzollini, hanno rotto determinati equilibri facendo saltare il banco.
E' di stasera infatti la notizia che è stata "sconvocata" la seduta notturna della commissione istruzione al Senato,su richiesta del gruppo NCD-AP. A quanto si apprende, i lavori - che dovevano riprendere alle 20,30, - sono stati rinviati per la riunione della giunta per le immunità parlamentari che si riuniva alle 20 per discutere della richiesta di arresto del senatore Azzollini indagato. Una decisione che avrebbe forti implicazioni politiche: Azzollini è il presidente della commissione bilancio del Senato (ruolo da cui non vorrebbe dimettersi, secondo i rumors della stampa nazionale) ma è anche un membro del Nuovo Centro Destra su cui il premier Renzi si è molto appoggiato alle Camere fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi. Commissione Bilancio che sta prendendo tempo per rilasciare pareri favorevoli che sono vincolanti per il prosieguo dell' approvazione del ddl #BuonaScuola.
A questo punto prende quota l’ipotesi che la riforma della scuola possa essere rinviata di un anno se non si riuscissero a rispettare i tempi (fine giugno) che obbligano a correre per poter assumere i 100 mila precari che entreranno in servizio a settembre nonostante si chieda di fare subito le assunzioni e di rinviare il resto a settembre. In Commissione Istruzione i numeri sono in bilico e la maggioranza corre sul filo di uno-due voti. La trattativa su centinaia di emendamenti continua: dallo school bonus ai numeri dei precari da assumere, dai fondi alle paritarie alle valutazioni dei professori; ma soprattutto sui paletti per limitare il potere dei presidi manager: per questo si pensa di introdurre l’incarico a tempo per cui il dirigente scolastico dovrà cambiare scuola ogni sei anni.
Le votazioni in commissione sono iniziate ieri, data entro la quale inizialmente doveva essere già varata la riforma in entrambi i rami del Parlamento, per poter avviare tutte le pratiche di assunzione degli insegnanti. Renzi nella Direzione Pd ha dato 15 giorni di tempo in più per discutere, «ma non è che devono essere usati tutti, altrimenti non ce la facciamo», spiegano i suoi uomini. Dunque la Commissione dovrebbe correre per poter trasferire all’aula del Senato la riforma a tamburo battente, in modo che sia varata la prossima settimana. A quel punto, visto che le modifiche al testo ci saranno, la riforma dovrà tornare di nuovo alla Camera. Prima in commissione e poi in Aula, col rischio di “Vietnam” e ostruzionismo a oltranza delle opposizioni: si capisce quanto sia difficile riuscire a far tutto entro il 30 giugno. Data entro la quale la Giannini aveva avvertito che non si poteva rischiare di andare.