Ultime ore per compilare e inviare su istanze on line la domanda per la procedura di mobilità per l'anno scolastico 2017-18. Eppure dai quesiti che giungono in redazione, sulla fan page ed i gruppi social di PSN in tanti mostrano di non avere ancora le idee chiare su diverse questioni, infiniti nodi sono arrivati al pettine e agitano gli animi dei docenti alle prese con le normali defaillance del portale istanze online e con la compilazione di moduli cartacei obsoleti e confusionari.
Il tutto con lo spettro vagante dell’algoritmo, unico padre-padrone dei movimenti, che l’anno scorso è stato più “patrigno” che “padre”, con i suoi infiniti errori le cui conseguenze ancora oggi pesano sulle spalle e sui bilanci famigliari dei docenti, sia alla voce “affetti” che alla voce “spese”
Eppure tanti addetti ai lavori del Miur e sigle sindacali si sono affrettati a dire che quest’anno la musica non sarà la stessa dell'ultima mobilità, avendo rottamato l’algoritmo della scorsa estate 2016 e riesumato il vecchio (ante mobilità straordinaria), visto che gallina vecchia e rodata pare faccia movimenti senza troppi errori ed "orrori". Ma quest'anno l'algoritmo potrebbe invece riservare brutte sorprese per una modifica sostanziale al sistema della mobilità che è stata però spiegata poco e male ai docenti che parteciperanno sia alla mobilità provinciale che interprovinciale. La questione è stata messa in luce da PSN in questo articolo e però sono tanti a non aver compreso che nel caso si voglia partecipare sia a mobilità provinciale che interprovinciale, come quei docenti che ad esempio tenteranno allo stesso tempo sia di ottenere sedi più comode nella provincia di attuale titolarità sia di avvicinarsi maggiormente alla provincia di residenza, sarà fondamentale l’ordine di preferenza in cui si inseriscono le possibili sedi, essendoci un’unica domanda per i due tipi di movimento.
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A differenza di quanto si possa pensare, da quest'anno, non ci sarà una reale separazione tra mobilità provinciale e interprovinciale. Questo porta con se delle implicazioni che non sono facili da comprendere ma che può condurre a situazioni del tutto inaspettate per i docenti. Quello che per comodità esplicativa, anche nel contratto, viene diviso in azioni in successione, in realtà a livello di algoritmo avviene in contemporanea, per cui l’esito finale che ciascun docente riceve è quello definitivo. Poiché quest'anno l'elaborazione è unica, per ogni ordine di scuola, ad ogni aspirante verrà assegnata (al momento dell’esame della domanda in base a precedenze ex art 13 ccni e punteggio) la prima preferenza (nell'ordine indicato nella domanda stessa) nella quale vi sia un posto. Allo stesso modo possono pensare conveniente presentare domanda di mobilità provinciale e interprovinciale coloro che prestano servizio su province limitrofe a quella di residenza anche se entrambe appartenenti alla stessa regione (es. Napoli e Salerno). In tal caso sarà fondamentale scegliere opportunamente l'ordine di preferenza espresso per evitare che il meccanismo di quest' anno possa portare a una vera e propria beffa nell'esito.
Ma al di la dei meccanismi complessi dell'algoritmo questa mobilità sarà caratterizzata dalla ormai nota vicenda della trasformazione dei posti in organico di fatto in diritto, promessa fin da prima del referendum costituzionale dal Governo Renzi e l'ex ministro Giannini. Promessa ripresa dalla minstra Fedeli che assicurava nemmeno un mese fa 25 mila stabilizzazioni dei posti in organico nonostante il MEF non si decidesse a sciogliere la riserva sui posti effettivamente autorizzati.
Posti che come si sa sono essenziali per poter disporre sia nuove immissioni in ruolo, a cui andranno il 60%, che per dare maggiori possibilità sul restante 40% destinato a mobilità territoriale (30%) e professionale (10%) consentendo a tanti docenti, sbattuti in giro per l'italia dall'algoritmo dello scorso anno, di avvicinarsi ai loro affetti.
A dare una mano ai tecnici del MEF sul calcolo dei posti che si possono stabilizzare con i 400 milioni stanziati dal governo nella legge di stabilità per il 2018 è intervenuto il deputato Luigi Gallo che, calcoli alla mano, partendo da dati presenti in relazioni tecniche del Governo, ha dimostrato che con la somma stanziata sono circa 53 mila i posti che si possono trasformare da organico di fatto ad organico di diritto.
La discussione sui numeri non è ancora chiusa ma proprio ieri il Miur ha comunicato che sarebbe intenzionato a richiedere agli Uffici scolastici regionali un adeguamento di organico di appena 9.600 posti comprensiva di circa 2.200 posti dei licei musicali e 2.000 posti di sostegno. Questi sarebbero i posti che al momento è possibile assicurare nel braccio di ferro col MEF, pare destinato ancora a durare nel tempo, con la promessa (ancora un'altra...) che saranno incrementati "a rate" per arrivare forse al massimo a 13.600 posti complessivi. Posti che, a meno di 24 ore dalla scadenza della mobilità, non è dato ancora sapere come saranno distribuiti per grado e provincia e che quindi vedranno partecipare i docenti ancora una volta ad una procedura di mobilità al buio più assoluto non avendo disponibile il quadro dei posti su cui saranno disposti i trasferimenti.
Ma l'ipotesi ventilata dal Miur di un incremento successivo dei posti disponibili, apre un'altro inquietante scenario per questa nuova estate che si annuncia già caldissima per i docenti. Se infatti la trasformazione tardiva di ulteriori posti dall'organico di fatto in diritto, dovesse essere effettuata successivamente all'esito delle operazioni di mobilità, quindi impedendo di fatto l'ottenimento del trasferimento a i docenti decisi ad avvicinarsi ai propri affetti, si aprirà una nuova stagione di ricorsi per chiedere ai giudici che siano considerati disponibili anche i nuovi posti aggiuntivi destinati altrimenti solo alle immissioni in ruolo per l'anno 2017/18.
Insomma verrebbe da dire nulla di nuovo per chi da anni segue le vicissitudini dei docenti alle prese con una organizzazione del Miur pessima e sempre in ritardo con gli adempimenti e le scadenze fondamentali per la mobilità annuale dei docenti,quasi fosse un evento inatteso e imprevedibile e non una procedura prevista da sempre nell'istituto contrattuale dei docenti.
E nel frattempo proprio alla scadenza dei termini, in via ufficiosa si ventila al Miur e tra i sindacati una ipotesi insistente, noi di PSN diremmo quasi certa, di una proroga della scadenza dei termini per la presentazione della domanda di mobilità 2017/2018, tramite istanze online. Si parla con insistenza di un orientamento del Miur a concedere fino alle ore 24:00 del lunedì 8 maggio 2017, ma nulla è stato ancora ufficializzato. Prolungamento delle sofferenze o tentativo di mettere una pezza visti i tempi ristrettissimi?
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