Pubblichiamo una lettera giunta in redazione da una docente iscritta al gruppo FB "Docenti Immobilizzati" preoccupata dal blocco della mobilità che potrebbe causare la "Buona Scuola", ipotesi non del tutto infondata come abbiamo spiegato in vari articoli.
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Sono un'insegnante di scuola secondaria entrata di ruolo, tramite il famoso concorsone del 2012, in una provincia lontana dalla propria residenza a settembre 2013. Titubante ad accettare quando sono stata convocata per il ruolo, tutti mi hanno rassicurata dicendo che si trattava di rimanere fuori provincia solo per tre anni e che poi, avendo due bambine piccole, sicuramente sarei riuscita ad ottenere, nel frattempo, l'assegnazione provvisoria nella mia provincia di residenza. Adesso invece, se il piano di assunzioni andrà in porto, tutti i posti vacanti e disponibili verranno occupati ed io non riuscirò più a tornare a casa, nemmeno provvisoriamente. Sottolineo che poi persone che nella graduatoria del concorso si erano classificate dopo di me quest'anno sono entrate comodamente in ruolo nella loro provincia di residenza...questa è la meritocrazia in Italia!
E' con enorme dispiacere che noto come tutti, in questo periodo, dai giornalisti, ai sindacati, ai politici, si occupino solo di parlare del piano straordinario di assunzioni dei precari senza attenzionare una situazione così difficile per noi e le nostre famiglie. Mi rendo portavoce, a nome di un gruppo consistente di docenti (i cosidetti Docenti Immobilizzati) di tale problema: quello dell'enorme difficoltà di ottenere il trasferimento interprovinciale o l'assegnazione provvisoria da parte di tutti coloro che quest'anno non avranno superato il noto blocco triennale e che magari hanno famiglia e figli piccoli lontani da casa.
Sembra che nessuno si renda conto (o nessuno è interessato?) delle conseguenze devastanti di questo provvedimento.
Qui non si tratta di voler danneggiare gli interessi dei precari che, giustamente, hanno diritto al posto fisso, si tratta di prendere in considerazione persone che hanno accettato l'assunzione fuori provincia con delle regole che lasciavano sperare di poter rientrare a casa dopo tre anni, mentre adesso, con 150.000 assunzioni su tutto l'organico di diritto e funzionale, tutto cambierà e noi "fuori provincia" rimarremo in esilio per chissà quanti anni! Risolvere il nostro problema prima delle assunzioni non toglierebbe nessun posto ai precari, servirebbe solo a tutelare delle persone che hanno accettato l'assunzione in una provincia diversa perché le regole erano diverse. Io stessa, se avessi saputo quello che sarebbe accaduto, sarei rimasta comodamente ad aspettare il ruolo nella GAE della mia provincia di residenza.
Noi Docenti Immobilizzati crediamo che il blocco triennale, alla luce della riforma della scuola che il Presidente del Consiglio vuole attuare all'interno delle nostre istituzioni, non abbia più senso. Che buona scuola si ottiene se un docente non è motivato a svolgere bene il proprio lavoro perchè sa di avere pochissime possibilità di tornare a casa? Contro il nostro gruppo si è scatenato anche l'astio di alcuni colleghi ancora precari che sperano nella realizzazione delle assunzioni promesse dal governo ma che in realtà non si rendono conto del fatto che, se davvero bisognerà accettare il ruolo in qualunque provincia italiana e non necessariamente in quella in cui si è inseriti nelle GAE, anche loro resto rischieranno di trovarsi nella nostra stessa situazione: ruolo anche molto lontano da casa e quasi nessuna possibilità di ritornare. Questo non è il momento di combattere le solite guerre tra poveri come è tipico di noi insegnanti, e' il momento di lottare insieme per far valere il sacrosanto diritto, comune a tutti, di avere un lavoro che non ci sottragga alla famiglia e agli affetti.
Cinzia Cannone