Di seguito riportiamo i commenti a caldo dei rappresentanti sindacali riguardanti il parere delle Commissioni Cultura di Camera e Senato sullo schema di decreto legislativo sulla formazione iniziale e il reclutamento dei docenti di scuola secondaria.

Maddalena Gissi, Segretaria Generale Cisl scuola: c’è molto di quanto andavamo chiedendo da tempo nel parere espresso dalla Commissione 7adel Senato sullo schema di decreto riguardante il reclutamento dei docenti. Non tutte le nostre richieste trovano pieno riscontro, ma per quanto riguarda le procedure che dovranno caratterizzare la fase transitoria, di passaggio verso il nuovo sistema del corso-concorso, si presta finalmente la giusta attenzione a tante situazioni di precarietà per le quali si danno concrete prospettive di stabilizzazione.In particolare per gli abilitati si costituirà una nuova graduatoria, da cui attingere per le assunzioni in ruolo una volta esaurite le GAE e le graduatorie concorsuali; per chi, pur avendo lavorato un triennio, non è abilitato, si prevedono specifiche procedure riservate di reclutamento. 

Finalmente un giusto riconoscimento del lavoro svolto, del suo valore e della sua utilità; troppo spesso si dimentica che è anche grazie al lavoro di tanti precari se la scuola ogni anno può rendere regolarmente il suo servizio. Soprattutto si evita che il limite dei 36 mesi per i contratto a tempo determinato produca gli effetti perversi che abbiamo più volte denunciato, facendo pagare al lavoratore i costi per l’abuso di lavoro precario. 
Diamo atto ai parlamentari della Commissione di avere affrontato nel merito una questione complessa prestando ascolto e attenzione al contributo di chi, come il sindacato, ne conosce in modo approfondito per diretta esperienza aspetti e dinamiche, evitando approcci di tipo ideologico che in passato - e anche di recente - hanno finito per complicare i problemi anziché risolverli. Gli esempi potrebbero essere tantissimi. Non c’è dubbio che delineare percorsi attraverso i quali possa essere valorizzata l’esperienza lavorativa è l’unica strada per evitare che la questione sia affidata al contenzioso e alle sentenze dei tribunali. 
Purtroppo le soluzioni individuate, per come è stata impostata la legge 107 da cui promana la delega esercitata, riguardano solo la scuola secondaria; un limite che abbiamo da subito denunciato e che in questa specifica circostanza può tradursi in una palese discriminazione, alla quale si dovrà porre assolutamente rimedio.

Francesco Sinopoli, Segretario Generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL, ha commentato:il parere rilasciato dal Senato sulla delega relativa alla formazione iniziale e al nuovo reclutamento registra un importante risultato per il quale la FLC CGIL ha lavorato in questi anni, ma soprattutto in questi ultimi due mesi sui decreti delegati previsti dalla legge 107/15. Finalmente i precari della seconda fascia d'istituto potranno entrare in una graduatoria di merito che sarà dichiarata ad esaurimento. È un risultato che rende giustizia alla professionalità di quanti avendo l'abilitazione e spesso anche la specializzazione sul sostegno, da anni garantiscono il regolare funzionamento delle scuole. È un primo passo verso la stabilizzazione del precariato storico.Vigileremo sulla trasparenza dei passaggi, ancora poco chiari, che saranno necessari per l'ingresso nella graduatoria di merito, ma soprattutto lavoreremo perché anche i precari della terza fascia con 36 mesi di servizio possano aspirare alla stabilizzazione senza incappare nelle regole del nuovo sistema di reclutamento previsto dal decreto delegato.

La FLC CGIL scuola da anni si batte perché la seconda fascia di istituto, in cui sono inseriti i precari abilitati e specializzati sul sostegno, sia resa idonea per le immissioni in ruolo. Come abbiamo più volte sottolineato, nella seconda fascia della scuola secondaria sono presenti molte classi di concorso e il sostegno, che non sono più presenti nelle GAE e per i quali ogni anno si conferiscono supplenze, non potendosi effettuare le assunzioni in ruolo.

Nella seconda fascia sono presenti docenti che ogni anno con la loro professionalità consentono alle scuole di poter espletare il piano dell’offerta formativa, attraverso contratti precari.

Stessa situazione troviamo, soprattutto al Nord, nelle graduatorie di 3a fascia di istituto, all’interno delle quali molti docenti non abilitati hanno superato i 36 mesi di servizio. Il nuovo sistema di reclutamento non può prescindere dal riconoscimento di professionalità a cui lo Stato ogni anno conferisce un contratto e che, se stabilizzate, garantiscono quella continuità didattica che è alla base della vera buona scuola. Il parere della settima commissione del Senato riconosce per la prima volta la costituzione di un “contenitore” che, in coda alle GAE, può garantire la stabilizzazione ai docenti di 2a fascia. Fino a ieri era impensabile che questa trasformazione, da anni chiesta dalla FLC CGIL, potesse realizzarsi. Piuttosto si pensava a come applicare il Jobs Act alla scuola, tagliando i ponti col precariato storico, creando ancor più disoccupazione di quella che il nostro Paese già vive. Oggi si apre una speranza per i precari abilitati e si aprono le porte dell’abilitazione ai docenti di 3 afascia con i 36 mesi di servizio. È il migliore dei mondi possibili? No, quell’esame per entrare nel contenitore ci sembra superfluo, vista la professionalità di molti docenti precari. Non reggono le argomentazioni che non hanno superato il concorso, perché molti precari hanno superato altri concorsi per l’abilitazione e la specializzazione. E l’esperienza sul campo è il loro valore aggiunto. Ci auguriamo che la rinnovata stagione dell’apertura di veri tavoli di confronto possa far individuare tutti i diritti che devono essere assolti prima del bando del nuovo concorso previsto dalla nuova formazione iniziale. Col parere della settima commissione del Senato si è rotto un tabù, la FLC CGIL si adopererà per estendere i diritti, ma è certa che non aver deposto le armi oggi, ci fa sperare per il futuro.

Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale della Gilda degli Insegnanti:nonostante alcune criticità importanti che permangono,e che ci auguriamo possano essere risolte con ulteriori modifiche in sede di approvazione definitiva, apprezziamo le novità introdotte rispetto al testo originario.Valutiamo positivamente il riconoscimento dell’abilitazione e del servizio svolto come requisiti per accedere al ruolo e lo consideriamo il frutto anche della battaglia in difesa dei precari che abbiamo condotto e vinto alla Corte di Giustizia Europea. Positivo anche il riequilibrio del rapporto tra università e scuola nel percorso formativo dei docenti. A nostro avviso, però, occorre apportare ancora altri correttivi, prima di tutto consolidando lo snellimento dell’iter formativo, perché riteniamo che il percorso triennale sia eccessivamente lungo. Inoltre, esprimiamo preoccupazioni sulla reale entità delle ‘maggiori risorse finanziarie’ da destinare al primo e secondo anno del contratto di formazione, tirocinio e inserimento. Infine sarebbe auspicabile eliminare la prova selettiva all’inizio del percorso per i docenti con 36 mesi di servizio ma privi di abilitazione e prevedere soltanto un colloquio al termine. 

Per il sindacato Anief, quanto previsto e approvato dalla VII Commissione, rappresenta un passo in avanti rispetto al vuoto totale degli ultimi anni sul fronte delle graduatorie d’istituto. Tuttavia, sarebbe stato più semplice prevedere l’aggiornamento annuale delle GaE, la riapertura di quest’ultime a tutti gli abilitati o in subordine l’estensione del doppio canale di reclutamento alla seconda e terza fascia delle graduatorie d’istituto. Perché chi ha lavorato per tanti anni nella scuola ha diritto ad avere riconosciuta la propria professionalità maturata e a essere assunto in ruolo.

Secondo Marcello Pacifico, Presidente nNazionale Anief e Segretario Confederale Cisalqualsiasi opzione si dovesse scegliere, questa non potrà prescindere dall’adeguamento di tutto l’organico di fatto a quello di diritto e non dei soli 13mila posti finanziati dall’ultima Legge di Stabilità. Inoltre, va ricordato che quelle che giungono dalle commissioni parlamentari sono ancora delle proposte: pertanto, rimangono tutte le ragioni per manifestate oggi in piazza, affinché il governo prenda le giuste decisioni per assumere l’ancora vasto popolo dei precari della scuola pubblica italiana.Quanto previsto e approvato dalla VII Commissione, rappresenta sicuramente un passo in avanti rispetto al vuoto totale degli ultimi anni sul fronte delle graduatorie d’istituto. Tuttavia,sarebbe stato più semplice prevedere l’aggiornamento annuale delle GaE, la riapertura di quest’ultime a tutti gli abilitati o in subordine l’estensione del doppio canale di reclutamento alla seconda e terza fascia delle graduatorie d’istituto.Perché chi ha lavorato per tanti anni nella scuola ha diritto ad avere riconosciuta la propria professionalità maturata e a essere assunto in ruolo. Il giovane sindacato, a questo proposito, propone ancora una volta di valutare la revisione dell'intera disciplina transitoria, fornendo precise azioni da attuare, anche a livello temporale:

  • Lettera a): assunzioni degli idonei in deroga all’attuale vincolo del 10%;

  • Lettera b): assunzione degli abilitati della scuola secondaria e del sostegno, più gli specializzandi del terzo ciclo ‎2017/2018 (collocati nelle nuove "Graduatorie regionali di merito a esaurimento”), verifica delle competenze attraverso la prova orale didattico-metodologica, dei titoli e del servizio con punteggio prevalente, con valutazione dell’eventuale superamento di precedenti concorsi; questi precari verrebbero collocati direttamente nel terzo anno formativo pre-assunzione (introdotto dalla legge delega) e anche esonerati dei crediti formativi acquisiti attraverso il primo biennio;

  • Lettera c): laureati con tre anni di servizio, da assorbire dopo speciali sessioni concorsuali, percorso abilitante ed esonero dal secondo anno e secondo e terzo anno, previa verifica scritta e orale;

  • Lettera d): quota del 100% dei posti 2018/2020 a decrescere, con la quota dal 2020 restante;

  • Lettera e) concorso nel 2018, con il corso formativo triennale a partire dal 2019/20

Comunque – commenta Pacifico- qualsiasi opzione si dovesse scegliere, questa non potrà prescindere dall’adeguamento di tutto l’organico di fatto a quello di diritto e non dei soli 13mila posti finanziati dall’ultima Legge di Stabilità, lo scorso dicembre.  Inoltre, va ricordato che quelle che giungono dalle commissioni parlamentari sono ancora delle proposte: pertanto, rimangono tutte le ragioni per manifestate domani in piazza, affinché il governo prenda le giuste decisioni per assumere l’ancora vasto popolo dei precari della scuola pubblica italiana.

(In aggiornamento)

In allegato:Parere approvato dalla commissione sull'atto del governo n. 377

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