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Quante volte ci capita di avere studenti che non raggiungono i risultati sperati?

Quante volte vediamo i nostri ragazzi non riuscire nell’applicazione di quanto studiato?

Spesso di fronte all’insuccesso dei nostri alunni, individuiamo la causa nella loro mancanza di impegno adeguato o nelle loro capacità limitate. E’ una risposta che ci assolve dalle nostre responsabilità e ci tranquillizza.

Ma un professionista dell’insegnamento può limitarsi a queste osservazioni? Non ha forse il dovere di interrogarsi e trovare la causa e porvi rimedio con strategie adeguate?

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Alla ricerca delle cause dell’insuccesso scolastico

In base alla mia esperienza di alunna, di madre di studenti e di docente, sono arrivata alla considerazione che con l’ingresso nella scuola ai ragazzi viene chiesto di studiare senza, però, che venga prima insegnato loro come affrontarne lo studio. A mano a mano che crescono devono fronteggiare argomenti sempre più complessi, senza che nessuno mai insegni loro “come imparare”.

Dietro i fallimenti , a mio avviso,c’è un elemento essenziale ma trascurato da quasi tutti: il mancato insegnamento di un metodo di studio, come se “saper studiare” fosse una competenza innata.
Il “non sapere come studiare” impedisce di fatto un qualsiasi progresso nello studio a tal punto che spesso rappresenta un handicap tanto per i ragazzi sui banchi di scuola che per i cittadini di una società della conoscenza che richiede di imparare lungo tutto l’arco della vita .

Senza sapere come imparare ciò che si studia, la maggior parte degli studenti considera l’istruzione un processo difficile e logorante e si allontana dalle attività “disperdendosi” . Essi non acquisiscono mai sufficiente padronanza da poter studiare qualsiasi argomento con sicurezza e facilità, e spesso anche quelli che apparentemente incontrano meno difficoltà, scoprono di essere incapaci nell’applicare ciò che hanno letto.

 

Una possibile soluzione

Da queste riflessioni è stato per me naturale individuare “il saper studiare” come una competenza propedeutica a qualsiasi processo di insegnamento- apprendimento e ,pertanto, qualsiasi percorso educativo-didattico vincente deve necessariamente considerare l’acquisizione di un metodo di studio come presupposto irrinunciabile.

Nel tempo ho individuato un percorso ,che si avvale da tempo anche delle tecnologie digitali che consentono di condividere,confrontarsi e collaborare in rete,le cui fasi principali sono: 

  • Il libro di testo: organizzazione
  • Individuazione di capoversi, lettura, titolazione, individuazione concetti espressi
  • Scaletta del testo
  • Brain storming e successiva analisi e valutazion dell’elenco per eliminare ripetizioni,individuare relazioni e gerarchie
  • Elaborazione individuale e/o collettiva di una mappa concettuale di Novak (scelta in quanto richiede necessariamente operazioni mentali fondamentali per lo studio)    http://www.mariafamiglietti.it/mappe_concettuali.htm
  • Discussione collettiva sulle mappe elaborate e presentate

            http://cmaptools.softonic.it/

 Il perchè delle mappe concettuali

LE MAPPE CONCETTUALI SONO UTILI PER CHI IMPARA E PER CHI INSEGNA

PER L’ALUNNO

  • Collegare nuove e vecchie conoscenze
  • Organizzatore anticipato
  • Schematizzare e rendere espliciti i significati nascosti dentro una rete di proposizioni
  • Mettere a fuoco le idee chiave
  • Pianificare le operazioni da compiere
  • Sintetizzare ciò che è stato imparato
  • Stimolare la creatività
  • Favorire l’apprendimento metacognitivo
  • Sfruttare la potenza della memoria visiva
  • Padronanza dgli argomenti attraverso “lo smontaggio” e il “montaggio”
  • Traccia guida nell’esposizione
  • Se costruite da gruppi di studenti –negoziazione di significati -favorire la discussione

e inoltre... PER L’INSEGNANTE

        -conoscenze pregresse

        -conoscenze sbagliate/incomplete/naïf/misconcezioni

 Risultati

Il percorso non è certo privo di ostacoli, il primo è rappresentato dalla resistenza degli alunni per i tempi richiesti inizialmenti piu’ lunghi e per la difficoltà ad abbandonare lo studio superficiale e mnemonico a cui sono abituati.

Difficoltà superate con l’esercizio che porta alla padronanza e ,quindi,alla riduzione dei tempi.Tempi che risultano ulteriormenti abbreviati dall’acquisizione dei contenuti contestualmnte all’elaborazione della mappa.....ed ecco che l’alunno utilizza autonomamente le mappe anche per lo studio di altre discipline e...successivamente all’università ( come mi riportano i miei ex) !!!

Lavoro che diventa stimolante col confronto pe arrivare a una mappa condivisa, lavoro semplificato dall’uso di cmap

Una diffidenza iniziale nell’applicazione di questa metodologia puo’ riguardare i tempi richiesti che sottraggono “tempo e spazio” alle normali attività didattiche...diffidenza dissipata dai fatti se i testi proposti per lo”smontaggio” e “rimontaggio” sono i capitoli riguardanti “i tipici” argomenti curriculari che “magicamente” vengono acquisiti attraverso le varie fasi del percorso .

Che dire poi dei vantaggi registrati nell’apprendimento dei B.E.S. ?

Ed è gratificante vedere il volto dei ragazzi cambiare espressione: dalla perplessità e ritrosità...alla soddisfazione della scoperta di poter manipolare i contenuti che ormai padroneggiano!!!

 Bibliografia

 J. D. Novak, D. B. Gowin, Imparando ad imparare, Torino, SEI Editore, 1995.

 Joseph D. Novak Costruire mappe concettuali Strategie e metodi per utilizzarle nella didattica - NUOVA EDIZIONE DI "L'APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO" Erikson

Per contatti potete scrivere a Marilena Viggiano all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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