Il lungo periodo di lockdown ha catapultato tutti in un mondo surreale fatto di timori e mancate sicurezze che forse si davano per scontato. Ed è successo così che tutte le scuole, le Università hanno dovuto familiarizzare con la DAD. L’emergenza epidemiologica ha però reso ancora più difficili le condizioni di quei ragazzi con gravi patologie croniche che hanno incontrato non poche difficoltà nel poter portare avanti il loro diritto allo studio. È proprio da questa esigenza che è nasce il protocollo "Crescere senza distanza" siglato dal ministero della Salute, ministero dell’Istruzione, Fondazione Zancan (si tratta di un centro di studio, ricerca e sperimentazione che opera da oltre cinquant'anni nell'ambito delle politiche sociali, sanitarie, educative, dei sistemi di welfare e dei servizi alla persona) e Impresa Sociale ‘Con i bambini’.
Il Protocollo è rivolto a bambine e bambini ospedalizzati, e successivamente dimessi, che in questo periodo di emergenza sanitaria avvertono ancor più il disagio causato dal distanziamento sociale e la carenza di un giusto supporto ai loro bisogni educativi con il rischio che si acuiscano le differenze e le disuguaglianze nell'accesso all'istruzione e all'educazione. La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa sottolinea come questo Protocollo arrivi in un momento delicatissimo della vita di milioni di bambine e bambini, che ha maggiormente penalizzato i più vulnerabili tra loro e si dichiara soddisfatta di questa iniziativa: “Sono grata alla Fondazione Zancan per averci coinvolto in questa iniziativa che si rivolge in particolare a minori e adolescenti in condizioni di maggiore svantaggio determinato dall'allontanamento forzato dalla scuola. A loro e alle loro famiglie è necessario dare le stesse opportunità, anche se costretti a stare lontani dai propri compagni di classe e dai propri insegnanti per potersi curare. A loro va il nostro incondizionato sostegno. La salute è il risultato di un insieme di fattori di cui anche l’educazione e l’apprendimento sono parte”.
Il fine di questa intesa sarà quello di esaminare tutti i protocolli in uso e tutte le esperienze italiane di scuola in ospedale e di scuola a distanza, coinvolgendo le famiglie che hanno sperimentato l’insegnamento a domicilio in modo da poter condividere le proprie esperienze. Quindi sarà fatta una nuova mappatura dei protocolli di insegnamento e apprendimento (teaching e learning) a distanza, in modo da evidenziare quanto già si conosce e si fa per l'età evolutiva affetta da quelle patologie croniche che costringono i bambini a sperimentare “la scuola a distanza”.
L'iniziativa avrà la durata di un anno e prevede il coinvolgimento di medici, insegnanti, educatori degli ospedali, dei centri di oncoematologia pediatrica o di malattie rare e croniche e delle scuole che volontariamente hanno aderito in tutta Italia.
In questo studio saranno inoltre coinvolti degli alunni di 9 classi delle scuole italiane (tre al Nord, tre al Centro e tre al Sud), allo scopo di poter dare origine ad un nuovo protocollo ‘Crescere senza distanza’ e nuove linee guida che apporteranno dei miglioramenti alla qualità dell’offerta.
Consensi a questa intesa arrivano dalla vice ministro dell’istruzione Anna Ascani che ha affermato:” La scuola funziona bene se non perde nessun alunno”. Secondo Carlo Borromeo presidente di “Con i bambini” questo accordo rappresenta un ulteriore passo avanti che, attraverso la verifica della replicabilità di importanti sperimentazioni in atto, punta a colmare non solo le distanze tecnologiche e di apprendimento, ma anche quelle educative e sociali”.