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Nei giorni scorsi la ministra Azzolina aveva dichiarato: “l’idea è che metà studenti vadano in classe per metà settimana e l’altra metà collegata da casa a seguire quello che l’altra metà della classe fa in presenza. Così che la socialità resta, il programma va avanti per tutti quanti”. 

L’idea ha suscitato molte critiche in primis da parte dei genitori preoccupati di chi si occuperà dei loro figli quando saranno a casa con la DAD mentre loro si recheranno a lavoro; in primis genitori di bambini frequentanti le scuole primarie

Ma critiche sono state mosse anche da parte della politica e dei sindacati sostenendo l’impossibilità di raggiungere tutti gli studenti a meno di predisporre un piano di investimenti in dispositivi e connessioni. 

Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl scuola, aveva avvertito che in particolare per chi frequenta la scuola primaria «non si può pensare a una didattica davanti a uno schermo per quattro-cinque ore».

Da qui un dietro front della ministra Azzolina che ha precisato, in un'intervista al Fatto quotidiano, che «sono solo proposte. Prevediamo soluzioni flessibili in base all'età ma in piena sicurezza».

Rispondendo alla preoccupazione dei genitori dei più piccoli, ad esempio, ha affermato che per loro si dovrà immaginare qualcosa di diverso. «Dovremo immaginare altri spazi oltre quelli tradizionali: la scuola potrà aprirsi al territorio. Sfruttare parchi, ville, teatri, spazi di associazioni e realtà che collaborano già con le scuole. Non significherà perdere di vista gli obiettivi educativi, ma andare oltre il perimetro degli edifici e immaginare una scuola nuova». Per quel che riguarda la tecnologia a disposizione, «abbiamo già investito 165 milioni di euro per la didattica a distanza» e «ora stiamo facendo una ricognizione per capire dove intervenire ancora. In 2 mesi abbiamo accelerato su digitale ed edilizia».

Pertanto, il ritorno a scuola con classi dimezzate e presenze alternate è «un'ipotesi che riguarda i ragazzi più grandi, una fascia di età che non metterebbe in difficoltà le famiglie».

La ministra ha ricordato che al Miur «un gruppo di altissimo livello guidato dal professor Patrizio Bianchi si sta riunendo notte e giorno e avremo a breve le prime proposte, modulate sulle diverse fasce di età e sulle specificità dei territori».

Ed è proprio Patrizio Bianchi che ha evidenziato come l’obiettivo da raggiungere è di portare le classi alla dimensione ideale di 10-12 alunni

Intanto il ringraziamento della ministra va ancora una volta ai "docenti e tutti gli assistenti tecnici che si sono spesi per la didattica a distanza", e assicura: "nessuno chiederà loro un aumento delle ore frontali". 

E per quanto riguarda i genitori: "Dobbiamo accompagnarli nella fase 2. Soprattutto le donne, non devono pagare il prezzo di quest'emergenza. Ci stiamo lavorando con la ministra Bonetti".