Dalla “Prima Giornata nazionale contro il bullismo a scuola”, tenutasi il 7 febbraio 2017, è trascorso un po’ di tempo e tantissime sono state le iniziative per contrastare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo . Si è detto e fatto tanto, lo stesso Miur a partire dalla nota n°2519/2015 che dettava le Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e cyberbullismo ha iniziato un percorso per coinvolgere il mondo della scuola e le famiglie. La legge del 29 maggio 2017, n° 71 Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, dispone che tutto il personale scolastico si impegni in una costante osservazione del comportamento degli alunni e degli studenti nominando fra i docenti un referente per il coordinamento, la prevenzione e il contrasto del bullismo e cyberbullismo, due fenomeni che hanno in comune atti di violenza, prevaricazione, e molestie con la sola differenza che mentre il primo avviene in spazi limitati e agisce sempre dinanzi ad un pubblico, il secondo tramite mezzi elettronici come le e- mail, le chat, i blog, i telefoni cellulari, i siti web o qualsiasi altra forma di comunicazione riconducibile al web, garantisce un anonimato, permane nel tempo ed è rivolto ad un pubblico privato. Chi vive la scuola, sa che è un pullulare di emozioni, ma è anche come una bomba ad orologeria che potrebbe scoppiare da un momento all’altro.
All’interno di una classe, è possibile incontrare diversi profili: il leader, il gregario, il figlio di papà, il burlone, il chiacchierone, il sapientone e perché no, anche il bullo. Il docente da parte sua ha il compito di far sì che in classe siano mantenuti gli equilibri lì dove si avverte uno squilibrio di potere dovuto proprio alla presenza di un bullo. Lo stesso docente deve però essere come “un narratore onnisciente” mai intervenire con giudizi denigratori o offensivi nei confronti degli alunni (anche se si tratta del bullo), l’educatore deve essere scevro da qualsiasi sentimento o emozione personale, deve fondare le basi affinché i valori di rispetto reciproco e convivenza civile determinino i loro rapporti. Solitamente i ragazzi ascoltano e preferiscono confrontarsi con i loro pari e non accettano l’intrusione degli adulti, sarebbe quindi auspicabile affidare a due o tre studenti che mostrano di avere un forte carattere e carisma, di mantenere l’equilibrio del gruppo classe evitando così insulti, prepotenze, molestie o altro.
Strategie di contrasto: Dovrebbero essere attuate a partire dalla scuola primaria, attraverso la visione cinematografica ed iconica, la rappresentazione teatrale, l’elaborazione di cartelloni, slogan e anche attraverso la didattica dello storytelling, o del circle time (gli alunni mostrano particolare interesse per questa tecnica, durante la quale appaiono molto coinvolti e partecipi), stabilire degli interventi didattici a breve scadenza e tutti i docenti dovrebbero essere coinvolti in modo da adottare una linea comune ed evitare atteggiamenti ambigui o incoerenti.