Quale è la posizione del nuovo ministro in relazione al nuovo esame di stato, con le modalità introdotte nell’a.s. 2018/19?
All'indomani del suo insediamento, la sua posizione sembrava chiara: “La maturità non si tocca per 5 anni”, ma nelle successive interviste si stanno delineando possibili modifiche.
Sull'obbligatorietà dello svolgimento del test Invalsi per l’ammissione all'esame il Ministro ha dichiarato in una recente intervista al Corriere: “È utile ma non deve essere requisito di ammissione alla maturità. L’anno scorso non era obbligatorio e l’hanno fatto praticamente tutti, credo che se fosse obbligatorio avremmo l’effetto di spaventare insegnanti e studenti”.
Ricordiamo infatti che il DL 62/2017, il decreto legislativo che riforma l’esame di Maturità, prevedeva che lo svolgimento delle prove INVALSI , fosse requisito di ammissione all’esame di Stato. Lo scorso anno, però, in via sperimentale, il test era stato somministrato ma non era obbligatorio e la partecipazione è stata del 95,9% degli studenti di V anno della scuola secondaria II grado a livello nazionale.
Altro tasto dolente per il Ministro Fioramonti sono le buste dell’orale. Senza dare troppe motivazioni, il suo commento è stato un semplice: “Vedremo”.
Questa affermazione porterebbe a pensare ad un’eventuale modifica relativa alle famigerate buste dell’orale. Le buste infatti non sono state ben accettate né dagli studenti né dai docenti, in quanto, in base alla testimonianza di molti ex maturandi, queste non avrebbero semplificato affatto la struttura del colloquio orale. La loro introduzione si è dimostrata essere solo un doppio lavoro per docenti e studenti che ha portato gli studenti ad una stanchezza psicologica arrivando solo più confusi all'esame.
Staremo a vedere quale strada intraprenderà il ministro.
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