Approvato in Aula l’emendamento M5S alla riforma sull’educazione civica, nella scuola primaria arriva il Patto educativo di corresponsabilità, già previsto per le scuole secondarie di primo e secondo grado.
L’emendamento approvato abroga gli articoli dal 412 al 414 del Regio Decreto 26 aprile 1928, numero 1297, ancora in vigore, ma non più applicati nella scuola primaria. Nel Regio Decreto si fa riferimento a mezzi disciplinari verso gli alunni che manchino ai loro doveri da usare, secondo la gravità delle mancanze. Tra i mezzi disciplinari citati figuravano ancora la nota sul registro, la sospensione, l’esclusione dagli scrutini, l’espulsione dalla scuola con perdita dell’anno.
“Con la nuova legge sull’educazione civica, scompaiono le sanzioni, le note sul registro e le espulsioni per i bambini delle scuole primarie. Tale norma infatti, risalente a cento anni fa, è anacronistica e andava superata. Questo nuovo approccio, tutt’altro che buonista, toglie una norma inutile e inapplicata. La scuola dell’ipocrisia ha fatto il suo tempo! - afferma la deputata del MoVimento 5 Stelle Virginia Villani - Non è certo con le sanzioni disciplinari o le punizioni che si insegna ai bambini il rispetto o la democrazia. L’educazione si insegna prima di tutto in famiglia e con i genitori va sottoscritto il Patto di corresponsabilità educativa, che ho fortemente voluto fosse inserito in questo testo di legge.
Solo coinvolgendo in maniera stringente le famiglie nel dialogo educativo che si avvia con l’iscrizione a scuola dei bambini e attribuendo a ciascuno le proprie responsabilità è possibile cambiare qualcosa. Ritengo fondamentale ripristinare il rapporto fiduciario con le famiglie, è la famiglia la prima cellula educativa fondamentale per l’educazione di ogni bambino, senza la collaborazione e il dialogo con le famiglie ogni sforzo organizzativo della scuola sarà vano. I bambini imparano il rispetto delle regole se le regole ci sono, se vengono illustrate e applicate sempre. I bambini hanno bisogno di quei NO che li aiutano a crescere, hanno bisogno di esempi, di adulti di riferimento autorevoli perché si educa molto più con il dialogo che con le note sul registro o le punizioni. Molto spesso i bambini vivono in ambienti familiari dove l’unica regola che vige è quella di accontentare subito i loro capricci pur di stare tranquilli, ambienti dove l’unico strumento educativo appare essere il cellulare dei genitori, che con i cartoni animati li ipnotizza e li tiene buoni. Stiamo parlando di un segmento dell’educazione, quello dei bambini della suola primaria che va dai 6 ai 10 anni, una fascia di età in cui più che punizioni serve inclusione e comprensione, servono sorrisi e carezze, serve ascolto e dialogo insieme naturalmente a tanta competenza e autorevolezza – dichiara l'On. Virginia Villani “Dobbiamo piuttosto creare le condizioni affinchè i docenti con la loro azione didattica possano formare “teste ben fatte, non teste ben piene”, educare gli alunni ad essere cittadini capaci di pensare autonomamente, di scegliere, di governare il cambiamento, di vivere da protagonisti in un mondo che cambia. Non è un percorso facile, né breve ma stiamo tracciando la strada, consapevoli che la nostra scuola si migliora soprattutto valorizzando e rispettando le figure che hanno responsabilità forti nel processo di educazione e formazione dei nostri alunni: i dirigenti scolastici e i docenti. Sappiamo qual è la scuola che vogliamo, dateci solo il tempo di realizzarla”.
Le parole del sottosegretario all’Istruzione, Salvatore Giuliano
“Quello che è stato definito ‘lo stop alle note sul registro’ per gli alunni delle elementari previsto con un emendamento del governo alla legge sull’educazione civica approvata alla Camera è in realtà una modifica che estende alla scuola primaria quanto è già previsto all’art 4 del Dpr 249 del 1988 per la scuola secondaria di primo e secondo grado. In pratica saranno le istituzioni scolastiche con l’estensione alla primaria del patto di corresponsabilità, quindi anche coinvolgendo le famiglie, a individuare le eventuali mancanze disciplinari e relative sanzioni e non più norme risalenti addirittura all’anteguerra, gli articoli dal 412 al 414 del Regio Decreto 26 aprile 1928, che addirittura parlano espressamente di ‘pene’ riferendosi alle sanzioni disciplinare che si possono infliggere a un bambino. Un adeguamento importante, dunque, che rimette in capo alla responsabilità di scuola e famiglia la definizione delle sanzioni tenendo conto anche delle specifiche esigenze delle alunne e degli alunni di questa fascia d’età”.
E ancora “Sono soddisfatto del lavoro che abbiamo svolto con i deputati per arrivare all’approvazione in prima lettura di una legge che introduce significative novità in diversi ambiti, dall’estensione alla scuola primaria del patto di corresponsabilità all’attenzione nei confronti dell’educazione alla cittadinanza digitale, solo per fare alcuni esempi, fino alla valorizzazione del prezioso contributo dei docenti specializzati in materie giuridiche ed economiche, che auspichiamo di poter estendere ancor più in futuro” conclude Giuliano.
Reazioni positive dall’associazione dei presidi
Importante l’appoggio all’iniziativa dei deputati dall’Associazione dei Presidi. Il presidente dell’Anp Antonello Giannelli, per esempio, ha commentato: “si tratta di un atto di civiltà, altro che buonismo: ma come si può pensare che sia giusta l’espulsione o la sospensione da scuola di bambini di 6-9 anni? Occorre piuttosto far leva di più sul coinvolgimento delle famiglie”.
Sulla stessa linea il Presidente dell’Anp Lazio Mario Rusconi: “Quel provvedimento prevedeva una cosa fuori dal tempo ed è stato abrogato anche perché era così già nei fatti, naturalmente non bisogna abbassare la guardia, soprattutto per quanto riguarda gli episodi di bullismo che sono già molto diusi tra i bambini che frequentano le elementari”.