Il Consiglio di Stato si è espresso in merito alla domanda avanzata dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia sull'obbligo dei vaccini a scuola (decreto-legge n. 73/2017). Nello specifico il Veneto sotto la guida di Zaia e del direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan, aveva deciso di optare per un regime transitorio (ovvero un decreto che predisponeva le "indicazioni regionali in regime transitorio di applicazione della legge Lorenzin"),
che avrebbe così permesso alle famiglie di presentare la documentazione per i bimbi da 0 a 6 anni, entro il 2019-2020, per evitare la decadenza dell'iscrizione dalle scuole già a partire da questo anno scolastico (ad onor di cronaca l'idea era stata “bloccata” dallo stesso Zaia a seguito di una lettera firmata Lorenzin-Fedeli oltre che l'Ordine dei Medici Nazionale, Fnomceo e di Venezia). In contemporanea era inoltre stato posto il quesito al Consiglio di Stato che si è così espresso: "Già a decorrere dall'anno scolastico in corso, trova applicazione la regola secondo cui, per accedere ai servizi educativi per l'infanzia e alle scuole dell'infanzia, occorre presentare la documentazione che provi l'avvenuta vaccinazione".
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, preso atto della decisione, ha commentato: "Il parere al Consiglio di Stato sulle modalità di applicazione della legge nazionale sui vaccini lo avevamo chiesto noi, quindi ne rispettiamo totalmente le conclusioni. Ci riserviamo peraltro di leggerne integralmente i contenuti, aldilà delle anticipazioni avute tramite le Agenzie".(...) "Resta in piedi il nostro ricorso alla Corte Costituzionale, che è anche stato aggiornato sulla base della conversione nella legge 119 del Decreto Lorenzin sull'obbligatorietà dei vaccini, la cui discussione è stata proprio oggi fissata dalla Consulta per il 21 novembre 2017 in udienza pubblica" .
E proprio sul ricorso la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha dichiarato: "L'obbligatorietà dei vaccini per l'accesso a scuola c'è stata fino al 1999 e la Costituzione è stata fatta un po' prima" .
Rispetto alla decisione del Consiglio di Stato, la ministra ritiene che si tratti di una “buona notizia: è sempre importante ricordare che i vaccini sono le uniche armi che abbiamo per combattere virus pericolosissimi". "Prima di fare il provvedimento d'urgenza ci siamo confrontati con i maggiori giuristi costituzionalisti e amministrativi. La decisione del Consiglio è molto ferma e rigorosa. Questo sancisce come nel nostro Paese le leggi vadano applicate ovunque nello stesso modo, il Veneto in questi anni ha fatto ricorso sulle norme più innovative realizzate dal ministero" .
“Il parere del Consiglio di Stato in risposta al quesito posto dalla Regione Veneto rafforza e consolida la posizione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e di quello della Salute - ha dichiarato la Ministra Valeria Fedeli. Già da quest’anno scolastico è necessario presentare la documentazione che prova l’avvenuta vaccinazione delle bambine e dei bambini per accedere ai servizi educativi per l’infanzia. Si tratta di un obbligo di legge attraverso il quale puntiamo a garantire alle nuove generazioni due importanti diritti costituzionali, quello alla salute e quello all’istruzione. Procedere insieme e in un'ottica di collaborazione, ciascuno per la propria parte e per la propria responsabilità, è fondamentale: è così che possiamo agevolare e sostenere le famiglie, i giovani e le scuole”.
“Le famiglie hanno compreso l’importanza di questa legge: ne abbiamo avuto piena dimostrazione in queste prime settimane di attuazione. Abbiamo riscontrato consenso, ma continueremo a essere impegnati in attività di comunicazione e informazione capillari perché riteniamo sia fondamentale accompagnare le scuole nelle nuove operazioni, mettendo in campo strumenti per semplificare le procedure a carico degli istituti e delle famiglie. Lavorare in sinergia - Ministeri, Regioni, Enti locali, scuole e famiglie – è essenziale per riuscire nel risultato, a beneficio delle nostre e dei nostri giovani”.
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