La ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli in occasione dell'evento relativo all'attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) tenutosi a Roma lo scorso 26 luglio ha annunciato che presto il cellulare si potrà usare anche in classe, ponendo fine al divieto introdotto nel 2007. Un annuncio che ha aperto un acceso dibattito sui social sull'utilità dell'uso in classe degli smartphone (forse meglio definirli così oggi) ma che dimostra quanto genitori e gran parte degli stessi docenti non siano affatto a conoscenza delle potenzialità nella didattica dell'uso delle nuove tecnologie. Ne abbiamo infatti illustrato già in numerose occasioni, qui su PSN, le potenzialità in diversi articoli della nostra rubrica di didattica ponendo l'attenzione su un uso consapevole ed intelligente nelle metodologie didattiche innovative.
Ricordiamo le disposizioni finora adottate (tra cui la Direttiva del Ministro del 15.3.2007, Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di “telefoni cellulari”) con cui si disciplina l’utilizzo di dispositivi personali durante le attività didattiche hanno affrontato spesso in modo troppo drastico la questione, generalmente chiudendo ad ogni possibilità di uso misto, senza discriminare tra il fascio di attività potenzialmente svolte nell’ambiente scolastico.
Nelle pagine illustrative del PNSD l'azione #6 Politiche attive per il BYOD (Bring Your Own Device) si leggeva: "La scuola digitale, in collaborazione con le famiglie e gli enti locali, deve aprirsi al cosiddetto BYOD (Bring Your Own Device), ossia a politiche per cui l’utilizzo di dispositivi elettronici personali durante le attività didattiche sia possibile ed efficientemente integrato.
A tale scopo, il MIUR, in collaborazione con AGID e il Garante per la Privacy, svilupperà apposite linee guida in aggiornamento delle attuali disposizioni, per promuovere il Bring Your Own Device, con standard e pratiche chiare, identificando i possibili usi misti dei dispositivi privati nella pluralità di attività scolastiche, che vanno dalla compilazione del registro elettronico alla partecipazione alle attività progettuali tra studenti e docenti. Fermi restando gli investimenti sugli ambienti digitali e sul registro elettronico, specifici accordi territoriali realizzeranno sinergie di investimento per le finalità descritte sopra. Infine, tramite la sottoscrizione di Protocolli in Rete, accordi con partner privati potranno offrire un’azione collaterale a sostegno dell’ICT nelle istituzioni scolastiche."
A settembre al Ministero partirà un gruppo di lavoro che - ha spiegato Fedeli - "servirà a chiarire l'utilizzo di dispositivi personali delle studentesse e degli studenti in classe, intervenendo sulle attuali circolari, risalenti a un periodo troppo lontano da oggi". Il gruppo di lavoro - ha aggiunto la ministra - "avrà 45 giorni per pubblicare delle linee guida chiare ed efficaci per le scuole". Sì all'utilizzo del cellulare in classe, quindi, ma - specifica - "promuovendo un uso consapevole e in linea con le esigenze didattiche".