Riportiamo il resoconto dell’incontro Educazione motoria nella scuola primaria e riforma de “La Buona Scuola” che si è tenuto al Salone d’Onore, alla presenza del Presidente del CONI, Giovanni Malagò, del Segretario Generale, Roberto Fabbricini, del Sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Davide Faraone, del Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli e del Presidente dell’Accademia Olimpica Nazionale, Mauro Checcoli.
Nel corso dell’approfondimento sono stati evidenziati i dati principali relativi alla partecipazione del progetto “Sport di classe”: 5547 plessi coinvolti a differenza dei 2921 dell’alfabetizzazione motoria dell’anno precedente (+90%), 42.303 classi contro le 15.659 del 2013/2014 (+170%), con 850 mila bambini protagonisti invece di 310 mila (+174%) in 22 settimane di attività (contro le 12, +83%, sempre dell’anno precedente.
Il Presidente Malagò ha aperto i lavori ricordando la centralità del rapporto tra sport e scuola all’interno del programma che l’ha portato alla Presidenza del CONI.
“Continuo a credere che sia fondamentale creare una nuova cultura dello sport e per farlo bisogna partire dalla base, dai banchi della primaria, anche andando oltre la mission statutaria. Non ci dobbiamo solo occupare e preoccupare di vincere medaglie ma di consolidare un percorso che possa implementare questa start-up, con il supporto del Governo che su questa partita ha messo la faccia. Non sempre c'è collegamento tra impegno e innovazione nei rapporti scuola-sport e risultati: l'Austria, pur rappresentando una capofila, a Londra non ha vinto medaglie, ma di certo è un punto di partenza irrinunciabile. Ringrazio il Sottosegretario Faraone perché crede fortemente nell’impianto del progetto, che per la prima volta può pianificare una serie di interventi dal 2015-2017 senza doverne ridiscutere annualmente i termini. E' un grande successo. Ci sono anche criticità, indubbio, ma sono sicuro che si potrà ragionare tra l'altro sull’opportunità, sotto il profilo dell’impiantistica, di creare sinergie tra il mondo scolastico e l’associazionismo sportivo per imprimere una svolta fondamentale. Sono felice della presenza e del ruolo rivestito dall’Accademia Olimpica Nazionale Italiana in questo contesto virtuoso: è custode dei nostri valori più importanti”.
Il Sottosegretario Faraone ha sottolineato l’importanza dell’incontro tra i due mondi a livello sociale. “Stiamo investendo molto nello sport, perché vogliamo modificare il convincimento in base al quale l’ora di educazione fisica rappresenti un prologo della ricreazione. Vogliamo creare condizioni diverse. Nella legge 107 c’è un collegamento tra la scuola e la società: prima il mondo dell’istruzione era distinto e distante, separato da tutto, noi abbiamo costruito un rapporto con lo sport perché riteniamo sia un arricchimento per la collettività. C’è un impegno triennale che prevede l’assunzione di 6 mila insegnanti di educazione fisica e la volontà di creare le condizioni per aprire i luoghi scolastici anche nel pomeriggio, con la finalità di ricucire tessuti di territorio che non dialogavano prima.”
Il Presidente del CIP, Luca Pancalli, ha affrontato l’argomento dal punto di vista del mondo paralimpico. “Le sfide ci piacciono e ho molto apprezzato che il Presidente Malagò abbia voluto scardinare il pensiero in base al quale si riteneva che il CONI fosse interessato esclusivamente alla conquista delle medaglie. Dal punto di vista del Comitato Italiano Paralimpico esprimo gratitudine al Governo per averci riconosciuto come Ente Pubblico non economico: sotto il profilo legato al tema specifico credo sia stato compiuto un inserimento e ora si deve lavorare per un’inclusione che diventi integrazione. Oggi la scuola è la seconda agenzia educativa dopo la famiglia: l’ora di educazione motoria per i bambini diversamente abili deve diventare non un momento di discriminazione ma parametro di civiltà del Paese, per includere attraverso lo sport, creando un team integrato e rinnegando i termini assistenzialistici”.
Mauro Checcoli, Presidente dell’AONI, bicampione olimpico a Tokyo ’64, ha declinato l’argomento partendo dal massimo punto di vista agonistico e scendendo sul piano culturale.
“L’olimpismo ha una forza ideale e sociale molto potente. Ci sono due mezzi di comunicazione globali: uno è la musica, l’altro è lo sport. Questo progetto è fortemente innovativo, si ha la percezione che stia succedendo qualcosa di diverso e importante. Lo sport a scuola non vuol dire solo attività motoria ma è anche sinonimo di cultura e di civiltà”.
Gli interventi sono stati chiusi da Alessia Filippi, campionessa del mondo e argento olimpico nel nuoto. “Nella mia carriera scolastica ho sempre avuto difficoltà a conciliare lo studio con lo sport. Sarebbe importante rivedere la concezione di sport a scuola come momento di ricreazione e aumentare le ore di educazione fisica facendo attività nel pomeriggio all’interno del contesto didattico”.