La riforma della #BuonaScuola, annunciata per venerdì 27 febbraio (decreto legge e ddl delega) arriverà invece sul tavolo del consiglio dei ministri martedì prossimo, 3 marzo. Sul numero esatto delle assunzioni il ministro Giannini ha detto di voler lasciare un po’ di suspence («i numeri sono precisi ma non li dico»).Dai riscontri e dalle indiscrezioni giunte a PSN starebbe maturando l'idea di far cadere un totem di questo Governo ovvero la eliminazione delle GAE e il reclutamento solo da concorso dal 2016. Questo quanto starebbero pensando al Miur per determinate classi di concorso molto affollate (come ad esempio A019, infanzia e primaria), visto l'impossibilità di assicurare lo svuotamento entro settembre 2015 o la riutilizzazione su altre materie affini.
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Si starebbe facendo infatti strada la possibilità di lasciare i docenti presenti in tali graduatorie come sospesi, per così dire, per gli anni a venire con possibilità di cambio provincia al successivo aggiornamento e dividendo ancora i posti al 50% col prossimo concorso che sarà bandito secondo quanto da sempre previsto dal T.U dlgs 296/94. Una ipotesi che se divenisse realtà disattenderebbe le dichiarazioni da sempre rilasciate da Renzi circa il taglio netto con il passato con la eliminazione completa delle GAE e il reclutamento dal 2016 solo per concorso.
E questa ipotesi di non svuotamento delle graduatorie di determinate classi di concorso molto affollate riguarderebbe ovviamente, anche se con numeri meno consistenti, gli idonei non vincitori del concorso 2012 per i quali era stato previsto lo scorrimento con apposito decreto 356-2014 oltre i posti a bando ma solo fino al prossimo concorso.
Unica alternativa al mantenimento delle GAE su queste classi di concorso eccessivamente affollate sarebbe una chiusura tout-court con riconoscimento di una quota di posti riservati nel prossimo concorso in via di emanazione.
L'ipotesi sarebbe tanto più concreta quanto la necessità di dover dare corso alle ultime promesse della Giannini quella di assumere docenti "utili" con l'ipotesi di assumere docenti che effettivamente servirebbero su un organico "potenziato" con un possibile slittamento dell'organico funzionale al prossimo anno scolastico.
Lo slittamento a martedì non inciderà - assicurano dal Ministero dell’Istruzione - sui tempi necessari per l’attuazione degli interventi previsti, a cominciare dal piano di assunzioni fissato per il prossimo settembre. Diverso sarebbe, invece, il discorso se i tempi si allungassero troppo. Oggi è comunque in programma un incontro tra il ministro Giannini e il presidente del Consiglio. La Giannini ha assicurato però che non saranno assunte persone formate tanti anni fa e che non hanno insegnato negli ultimi anni, che con l’organico funzionale e il rispetto dei fabbisogni le classi-pollaio apparterranno al passato e che la valutazione riguarderà pure i dirigenti scolastici.
Ma i parlamentari del M5S in Commissione Cultura di Camera e Senato parlano di «caos» dietro «ai proclami». «Il motivo di questo nuovo rinvio - dicono - è chiaro a tutti: al Ministero non sanno ancora esattamente quanti e quali insegnanti verranno assunti, da quali graduatorie attingere, come coprire le cattedre di materie come scienze e matematica».
Non è escluso che in questo supplemento di riflessione trovi spazio anche la spinosa questione delle scuole paritarie: secondo indiscrezioni nel decreto verrebbe inserita, infatti, anche la detrazione fiscale per i genitori che iscrivono i propri figli in questi istituti. Interpellata a questo proposito la titolare del dicastero dell’Istruzione è rimasta piuttosto abbottonata: c’è una legge dello Stato a questo proposito «ma mancano misure che rendono completamente attuato questo processo», «sono arrivate proposte, anche quella di riconoscere un percorso di detrazione fiscale; lo stesso premier domenica ha parlato della possibilità di utilizzare il 5 per mille», «sono punti che chiariremo negli ultimi passaggi all’interno della maggioranza di governo».
Per il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima il rinvio dimostra che «la partita da affrontare è complessa, e non può essere affrontata in termini di annunci». «I provvedimenti che si aspettano sono importanti e significativi per la scuola - ha aggiunto - e quindi bisogna affrontarli con cognizione di causa, al fine di evitare che le proposte e gli interventi che si fanno non servano a evitare problemi, ma a crearne altri». Il rinvio «conferma l’incertezza e la confusione sui contenuti da dare ai provvedimenti» sostiene Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, ribadendo «radicale contrarietà alla decisione di affrontare materie contrattuali e di riforma della scuola con la forma del decreto legge».