In un comunicato la parlamentare del M5S Maria Marzana, denuncia la situazione ricattatoria a cui saranno sottoposti i docenti cosiddetti "Quota 96" per via del provvedimento passato in Commissione Affari Costituzionaliin via di approvazione definitiva nei prossimi giorni. Provvedimento sul quale PSN aveva già espresso proprio ieri molte riserve rispetto agli annunci entusiastici della Giannini che preannuciava entro settembre 4.000 nuovi posti liberi per le immissioni in ruolo. La parlamentare mette in evidenza l'approvazione con penalizzazione per chi vorrà beneficiare del pensionamento già evidenziata proprio da PSN. Questo il comunicato inviato in redazione:

QUOTA 96: FINALMENTE LIBERI MA SU CAUZIONE

"A due anni dalla famigerata riforma Fornero, nella notte tra venerdì e sabato si è finalmente verificata la congiunzione astrale, quasi perfetta, tra Governo e Parlamento per consentire ai 4 mila lavoratori, tra docenti e personale ATA, che hanno maturato i requisiti anagrafici e contributivi nell’anno scolastico 2011/2012, di andare in pensione con le precedenti norme.

Iscriviti alla nostra Fan page

Il MoVimento 5 stelle, che sin dall'inizio della legislatura ha lottato con determinazione a fianco del personale interessato presentando una proposta di legge, emendamenti e ordini del giorno, esprime soddisfazione per il passo in avanti compiuto ma precisa che il diritto è stato ripristinato con due anni di ritardo e solo in parte.
Infatti l’emendamento accolto in Commissione Affari Costituzionali in occasione dell’esame del decreto sulla pubblica amministrazione, pur prevedendo il pensionamento del personale scolastico interessato sin dal prossimo settembre, dispone che la liquidazione del trattamento di fine servizio venga differita e non erogata dopo sei mesi dalla data di cessazione del rapporto lavorativo così come previsto dalla legge pre-Fornero.

Abbiamo chiesto quindi, ed ottenuto, la votazione per parti separate dei vari commi componenti l’emendamento e, dopo aver votato favorevolmente al riconoscimento del diritto alla pensione, ci siamo astenuti sul comma che posticipa e rateizza con scadenze lontane tra loro l’erogazione del trattamento di fine servizio.

Riteniamo infatti che le disposizioni normative a cui riferirsi sarebbero dovute essere quelle antecedenti la riforma Fornero. Rifiutiamo di essere complici di questo governo e di questa maggioranza, la stessa che aveva votato a favore della legge Fornero e che ora ha voluto ripristinare parzialmente il diritto leso, trattenendo come cauzione parte dei contributi versati nei decenni di attività da questi lavoratori."