I numeri. Spesso non amiamo i numeri, a volte ci fanno paura, a volte ci rifiutiamo di essere solo un numero, perché riteniamo che altri aspetti siano più importanti di una sterile e fredda catalogazione, perché vogliamo essere valutati in base a quello che siamo o sappiamo fare.
Eppure senza numeri non sappiamo stare. Ammettiamolo. I numeri ci danno sicurezza, ci liberano dalla responsabilità di decidere, di pensare cosa sia più o meno adatto ad ogni situazione. Immaginiamo ad esempio se, per le materie che insegniamo a scuola, non fosse assegnato un numero di ore definito, ma che il docente o il collegio docenti potesse decidere quante ore fare per ogni disciplina e magari farne qualcuno in più ogni tanto, perché l’argomento è più importante o perché gli allievi lo trovano così interessante da accettare di rimanere un po’ in più a scuola per approfondirlo... (sogno utopico di qualunque docente che ama il suo lavoro).
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Fatto sta che, come compare un numero, non riusciamo più ad abbandonarlo.
Nonostante sia comparso una sola volta, nonostante non ci sia stato alcun documento ufficiale che l’abbia riportato, nonostante ci siano stati ben due documenti ufficiali pubblicati dal MIUR uno nel mese di settembre e l’altro nel mese di ottobre, che ne affermano l’inesistenza, questo numero è ormai entrato nella testa di tutti: 125.
Forse perché è più facile fermarsi al “ho sentito dire che bisogna fare 125 ore in 3 anni piuttosto che leggere un documento di 87 pagine o una nota Ministeriale di 8 pagine....
E’ vero che bisogna fare 125 ore di formazione in 3 anni?
Questa è una delle domande più ricorrenti sulla formazione, nei gruppi facebook, tra colleghi a scuola e persino “ai piani alti”.
Ebbene, il MIUR ha dichiarato nella circolare 2915 del 15/09/2016, a pagina 4 e ribadito nel Piano per la Formazione dei docenti 2016-2019 pubblicato il 3/10/2016, a pagina 67, che “Le azioni formative per gli insegnanti di ogni istituto sono inserite nel Piano Triennale dell'Offerta formativa, in coerenza con le scelte del Collegio Docenti che lo elabora sulla base degli indirizzi del dirigente scolastico. L'obbligatorietà non si traduce, quindi, automaticamente in un numero di ore da svolgere ogni anno, ma nel rispetto del contenuto del piano”.
L’obbligo del docente è quello di formarsi, non quello di svolgere 125 ore. Tutto dipenderà da cosa deciderà il collegio docenti in fase di approvazione del Piano di Formazione della scuola. Se il collegio deciderà che i docenti debbano svolgere 125 ore di formazione in tre anni, allora i docenti di quella scuola si impegneranno a farlo.
Quello che invece sembra emergere dei medesimi riferimenti normativi, è che ogni docente dovrà svolgere almeno un unità formativa all’anno, che sarà poi documentata nel Portfolio Docenti, disponibile sulla piattaforma INDIRE presumibilmente dal mese di febbraio.
Il docente potrà scegliere tra le attività proposte dalla scuola, dalla rete, dall’amministrazione oppure “quelle liberamente scelte dai docenti, purché coerenti con il Piano di formazione della scuola”, come riportato nella nota 2915 a pag 4.
Ed è proprio la possibilità del docente di scegliere liberamente che libera, invece, il MIUR da una ridefinizione del contratto che comprenda anche le ore di formazione nell’orario lavorativo.
“La formazione in servizio è strutturale e obbligatoria ed è parte integrante della formazione docente, fondamentale per lo sviluppo professionale e il miglioramento delle istituzioni scolastiche, come sancito dalla legge 107/2015” (pag 66 del Piano della formazione Docenti 2016/2017)
La formazione non è un obbligo di servizio, ma un obbligo professionale, laddove il docente può formarsi in modo autonomo, fermo restando l’unico vincolo dell’aderenza al piando di formazione della scuola.
E forse, solo per questa serviva davvero un numero. Perché valutare il parametro “quantità” è più semplice da valutare rispetto al parametro “qualità”.
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