Crediamo che sia venuto il momento di fare chiarezza anche sui riservisti e sulla poca trasparenza nelle graduatorie e sull'attribuzione di ruolo e incarico per chi ne beneficia.
A parte il fatto che non si capisce perché il disabile abbia diritto a lavorare più degli altri anche avendo un merito (leggi punteggio in graduatoria) più basso ! Ma questa è la legge e la accettiamo, ma questa storia della privacy che tutela i furbi deve finire !! È ora di smetterla con il nascondere queste informazioni ! Non c'è nessuna violazione della privacy a sapere che il collega che è in graduatoria ha una riserva per invalidità !
Qui non si chiede di sapere che malattia o che invalidità ha Tizio ma solo di sapere che ha un diritto che può far valere precedendo Caio e tutti gli altri. Anche perché per dare un diritto a Tizio lo si nega a Caio il quale ha altrettanto diritto di sapere chi e quanti lo scavalcano in graduatoria sia per il ruolo che per le supplenze !!!!
Ricordiamo a tutti che le riserve che sottraggono posti a chi attende da anni il ruolo sono la riserva “N”, che si ottiene con invalidità pari o superiore al 46% e con iscrizione al centro per l’impiego, e la riserva “M”, che si ottiene a condizione di essere orfani o vedove per motivi di guerra, servizio o lavoro e l'l'iscrizione al centro per l’impiego.
Ricordiamo inoltre che ci sono anche altre preferenze coperte da privacy che non hanno alcun motivo per essere ricondotti a dati sensibili come ad esempio il numero di figli (riserva R).
Credo che sia venuto il momento di esigere un parere scritto con risposta motivata al Garante per la Privacy affinchè si pronunci sulla effettiva necessità di nascondere in graduatorie pubbliche i nominativi di chi beneficia di riserva per invalidità o per condizione di orfano o vedova o di qualsiasi altra preferenza e che dichiari e se è corretto o meno che per garantire loro un diritto debba essere negato il diritto alla trasparenza di tutti !
Proviamo a scrivere questa richiesta di parere ?
Qui il sito del Garante della Privacy a cui inoltrare la richiesta di parere motivata