Anche le nostre classi subiscono l’influenza di una società sempre più multietnica, all’ultimo banco c’è il ragazzino proveniente dalla Polonia, pieno di sé e convinto di conoscere ogni cosa, al mattino arriva con occhi gonfi perché dorme poco la notte, al primo banco c’è un ragazzo di colore, un po’ timido ma sempre sorridente e allora noi docenti siamo lì a far sì che il gruppo classe si amalgami e che gli studenti possano sentirsi partecipi nel processo di integrazione e in quello dell’ acquisizione delle competenze.
Dall’ ultima indagine statistica Focus per l’anno scolastico 2016/2017 (dati aggiornati al 31 agosto 2017) pubblicata dal Miur a marzo 2018, sugli alunni con cittadinanza non italiana, gli studenti stranieri presenti in Italia sono stati circa 826.000 (9,4% dell'intera popolazione scolastica), con un aumento di oltre 11.000 unità rispetto all’a. S. 2015/2016. In particolare, si evidenzia un notevole incremento negli anni ’90 con l'afflusso di oltre 100 mila studenti.
La regione con un numero elevato di studenti che non ha la cittadinanza italiana è l’Emilia Romagna dove quasi il 16% degli studenti non ha la cittadinanza italiana. Seguono Lombardia (14,7%), Umbria (13,8%) Toscana (13,1%), Veneto e Piemonte (13,0%), Liguria (12,3%). La Campania, invece, è la regione in cui l'incidenza degli studenti con cittadinanza non italiana è la più bassa a livello nazionale (2,4%). Aumentano gli studenti che nascono in Italia da genitori che non hanno la cittadinanza italiana, infatti nel quinquennio 2012/2013-2016/2017 questo gruppo di studenti, ha avuto un incremento del 35,4%. Gli studenti stranieri scelgono solitamente dei percorsi formativi a carattere tecnico o professionale.
Quali sono le tipologie degli alunni stranieri?
- alunni con cittadinanza non italiana;
- alunni con ambiente familiare non italofono;
- minori non accompagnati provenienti da altri paesi;
- alunni figli di coppie miste;
- alunni arrivati per adozione internazionale;
- alunni provenienti da famiglie di origine nomade;
- studenti universitari con cittadinanza straniera.
L’integrazione degli studenti provenienti da contesti migratori e il loro benessere a scuola è di vitale importanza in quanto gli dà la possibilità di sviluppare il loro potenziale, sebbene siano molte le problematiche che essi debbano affrontare ad esempio, lasciare il proprio paese d’origine e adattarsi alla nuova lingua, al contesto, politico e socio economico del paese ospitante.
Nell’ultimo quaderno Eurodyce Italia 2019: Integrazione degli studenti provenienti da contesti migratori nelle scuole d’Europa: politiche e misure nazionali, si evidenziano le strategie per l’integrazione degli studenti migranti nell’istruzione attuate dai Paesi europei: la Germania e l’Austria hanno posto la loro attenzione sulla diversità, la Spagna (Comunità autonoma di Catalogna), il Portogallo e la Slovenia hanno impostato un approccio all’insegnamento e all’apprendimento che tenga conto del benessere generale dell’alunno, la Finlandia e la Svezia hanno dato maggiore attenzione sia alla dimensione della diversità che alla dimensione del benessere generale. In Italia, si è valorizzato l’istruzione e il supporto tra pari, utilizzando gli studenti come tutor per i loro compagni migranti neoarrivati e favorendo il cooperative learning. Al fine di favorire l’apprendimento e l’integrazione sociale degli alunni migranti vengono favorite le attività extracurricolari e il coinvolgimento delle stesse famiglie. Dallo studio Eurodyce, emerge la difficoltà che molto spesso i docenti devono affrontare in quanto sono lasciati da soli nel processo di integrazione e dei bisogni formativi tra cui anche quelli socio emotivi degli studenti stranieri, senza una formazione specifica e con la presenza inesistente di assistenti e mediatori culturali. Sappiamo che ciò corrisponde alla realtà, infatti chi di noi non si è mai trovato uno studente migrante in classe? Ancora una volta, apriamo la nostra valigetta degli arnesi esperienziali, dotati sempre di buona volontà e professionalità, accogliamo il nostro alunno accompagnandolo nel processo di integrazione e in questo processo gli unici aiuti sono rappresentati dalla normativa di riferimento (Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri, pubblicato dal Miur il 19 febbraio 2014)
Quadro di riferimento sull'istruzione dei minori stranieri.
Il d.lgs. 286/1998 art. 38 stabilisce che i minori stranieri presenti sul territorio nazionale sono soggetti all'obbligo scolastico e che ad essi si applicano tutte le disposizioni vigenti in materia di diritto all'istruzione, di accesso ai servizi educativi, di partecipazione alla vita della comunità scolastica.
Il dpr 394/1999 art. 45 i minori stranieri hanno diritto all'istruzione indipendentemente dalla regolarità della propria posizione, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. L'iscrizione può essere richiesta in qualunque periodo dell'anno scolastico. Per quanto concerne l'inserimento, lo stesso Regolamento (art. 45) prevede che i minori sono iscritti alla classe corrispondente all'età anagrafica, salvo che il collegio dei docenti deliberi l'iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto dell'ordinamento degli studi del Paese di provenienza, del corso di studi seguito, del livello di preparazione raggiunto. Sempre il collegio dei docenti definisce il necessario adattamento dei programmi di insegnamento. Allo scopo, possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni per facilitare l'apprendimento della lingua italiana. Il consolidamento della conoscenza della lingua italiana può essere realizzato anche mediante l'attivazione di corsi intensivi sulla base di specifici progetti.
Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri. Esse costituiscono l'aggiornamento delle precedenti Linee guida, emanate nel 2006, hanno proposto indicazioni operative e modelli di integrazione e sostegno didattico che alcune scuole avevano già sperimentato. Riguardo all’incremento degli studenti stranieri, le linee guida hanno consigliato un’equilibrata distribuzione delle iscrizioni attraverso un'intesa tra scuole, organizzate in reti di scuole, e una collaborazione mirata con gli enti locali. Nell'ambito delle singole scuole, si è favorito l’eterogeneità delle classi, piuttosto che formare classi omogenee per provenienza territoriale o religiosa degli stranieri. È stato richiamato, inoltre, il limite massimo di presenza di studenti stranieri nelle singole classi, fissato, di norma, nel 30% del totale degli iscritti, dalla Circolare ministeriale n. 2 dell'8 gennaio 2010. detto limite può essere innalzato o ridotto.
- 107/2015 (art. 1, co. 7, lett. r) ha inserito fra gli obiettivi del potenziamento dell'offerta formativa l'alfabetizzazione e il perfezionamento dell'italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non italiana.
Il DM 197/2016, con il quale è stato adottato, ai sensi della stessa L. 107/2015 (art. 1, co. 124-125), il Piano nazionale 2016/2019 per la formazione in servizio dei docenti (che riguarda anche dirigenti scolastici e personale ATA), ha individuato tra le priorità nazionali "L'integrazione, le competenze di cittadinanza e di cittadinanza globale".
Il Dpr 19/2016 ha istituito la nuova classe di concorso A-23, Lingua italiana per discenti di lingua straniera.
Fasi apprendimento degli alunni stranieri
È possibile suddividere il percorso di apprendimento degli alunni stranieri in tre fasi:
La fase iniziale di apprendimento dell’italiano L2 per comunicare, con uno studio intensivo nei primi due o tre mesi e il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- sviluppo delle capacità di ascolto e comprensione dei messaggi orali;
- acquisizione del lessico;
- acquisizione e riflessione sulle strutture grammaticali basilari;
- perfezionamento delle tecniche di scrittura e di lettura.
La fase Ponte o di accesso all’italiano dello studio, rappresenta la fase più delicata e complessa in quanto lo studente comincia a consolidare le conoscenze della lingua italiana, a studiare e comprendere anche le altre discipline. Gli obiettivi principali sono :
- migliorare l'apprendimento della lingua italiana;
- fornire competenze necessarie per poter partecipare all'apprendimento comune in classe.
La fase degli apprendimenti comuni, rappresenta un percorso veramente importante di formazione didattica e pedagogica in quanto sia per l’alunno italiano che straniero e anche per la comunità scolastica, è un modo di incontro e confronto di culture diverse.