emendamentoE’ di questi giorni la notizia che migliaia di docenti finiti lontano da casa grazie al famigerato algoritmo stanno coltivando come una speranza infinita: esiste la concreta possibilità che il vincolo triennale sulla provincia di immissione venga derogato per la mobilità relativa al prossimo anno scolastico.

Andiamo con ordine: ai sensi dell’art.399 comma 3 della legge 297/94, i docenti immessi in ruolo non possono chiedere il trasferimento ad altra sede nella stessa provincia prima di due anni scolastici e in altra provincia prima di tre anni scolastici.

Ovviamente, il legislatore, nel 1994, non era ancora alle prese con gli ambiti territoriali, ma si limitava a dare un ordine alle immissioni di ruolo su provincia, per garantire una certa continuità didattica. Quindi, fino al 2015 i docenti che venivano immessi in ruolo in una determinata provincia, non potevano in linea di massima (salvo alcune eccezioni esplicitamente previste dalla normativa) fare domanda di trasferimento in un’altra provincia se non dopo aver trascorso tre anni scolastici sulla provincia di immissione.

Tuttavia come ben sanno i docenti, la situazione delle cattedre nel mondo della scuola non è mai stabile e la cristallizzazione delle norme rischia di creare effetti contrari all’intento del legislatore.

Così già nella mobilità 2016 era stata introdotta la prima deroga al vincolo triennale, grazie a quanto previsto dal comma 108 della legge 107 (“Per l'anno scolastico 2016/2017 e'   avviato   un   piano straordinario di mobilità territoriale e professionale su tutti i posti vacanti dell'organico dell'autonomia, rivolto ai   docenti assunti a tempo indeterminato entro l'anno scolastico 2014/2015. Tale personale partecipa, a domanda, alla mobilità per tutti gli ambiti territoriali a livello nazionale, in deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia, di cui all'articolo 399, comma 3, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni, …”)

Resta tuttavia in sospeso la questione per gli anni a venire. Moltissimi docenti si trovano fuori sede e nello stesso tempo ci sono regioni dove molti posti in organico di diritto sono rimasti scoperti.

Stando quindi ai resoconti dei lavori parlamentari, pare che qualcosa si stia muovendo in favore di una nuova deroga. Infatti, in data 8 novembre, presso la COMMISSIONE VII della Camera dei Deputati sono stati presentati alcuni emendamenti da inserire nella legge “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019. “

Il giorno successivo, 9 novembre, molti di questi emendamenti sono stati approvati.

In particolare, è stato approvata la Proposta emendativa 52.1., che al punto 4 prevede quanto segue “Per l'anno scolastico 2017-2018 è effettuato un piano di mobilità territoriale e professionale, su quota parte dei posti vacanti e disponibili nell'organico di cui all'articolo 1, comma 64, della legge 13 luglio 2015, n. 107, inclusi quelli di cui al comma 1. Il piano è rivolto al personale docente assunto a tempo indeterminato entro l'anno scolastico 2015-2016, in deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia di cui all'articolo 399, comma 3, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297”

C’è da ribadire che si sta parlando di mobilità territoriale (quindi di trasferimenti anche interprovinciali) per i docenti entrati in ruolo entro l’anno scolastico 2015/2016, che potrebbero quindi chiedere di trasferirsi in un'altra provincia.
Per come è formulato l’emendamento, restano esclusi coloro che sono entrati in ruolo a settembre 2016.

Resta ancora ovviamente da capire come potrebbe essere effettuata questa mobilità, perchè, lo ricordiamo a onor di cronaca, la normativa prevede mobilità su ambito, con relativa titolarità e procedura di chiamata diretta. Gli argomenti scottanti sono ancora molti e saranno oggetto di una lunga (speriamo non troppo) e serrata trattativa sindacale per definire modalità più precise.

Ovviamente questo emendamento, come tutti gli emendamenti approvati in commissione, deve compiere il suo normale iter legislativo, ovvero essere approvato in sede parlamentare da Camera e Senato. Quindi non ha ancora forza di legge, ma rappresenta indubbiamente un passo concreto. I docenti che si trovano lontano dalla sede desiderata possono avere quindi una speranza in più per il loro avvicinamento.

 

 

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