Nonostante l’estate che ormai è arrivata, ferve il lavoro negli uffici scolastici e crescono le preoccupazioni dei docenti che devono affrontare la mobilità.
Sono appena terminate le operazioni relative alla fase A (mobilità provinciale) e già giungono in redazione moltissime lamentele riguardo a evidenti disparità ed errori in cui sono coinvolte le domande presentate dai docenti.
Ci viene infatti segnalato da molti lettori e utenti dei nostri gruppi Facebook un numero molto alto di errori nella valutazione del punteggio (vedi il caos per i docenti DOS assegnati d’ufficio a punteggio zero), ma soprattutto, e questo ci sembra assai più grave, viene evidenziato che in alcuni casi sono stati riconosciuti gli anni di servizio nella scuola paritaria al di fuori dei limiti previsti dal CCNI.
Ricordiamo che la normativa prevede un grosso limite per il riconoscimento del punteggio del servizio nella scuola paritaria ai fini della mobilità: infatti sono valutabili solo gli anni svolti in scuole primarie paritarie che abbiano conservato anche lo status di parificata insieme alla qualifica di paritaria e SOLO FINO AL 31 AGOSTO 2008. Sono inoltre riconoscibili gli anno svolti nella materna paritaria, ma solo se comunale.
Fin dal momento della compilazione della domanda di mobilità, la redazione di PSN si è attivata per rendere questi limiti chiari non solo ai docenti, ma anche a tutti coloro che si sono prestati a supportare i docenti stessi nella compilazione della domanda e agli uffici scolastici, anche e soprattutto perché molti utenti avevano segnalato di aver ricevuto da alcune sigle sindacali espresso consiglio di inserire comunque gli anni nella paritaria anche al di là dei limiti previsti dalla legge, con la scusa classica che “Se non vanno valutati, saranno i funzionari dell’USP a toglierli”.
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Invece in alcuni casi questi anni sono stati riconosciuti, probabilmente a causa del fatto che, vista l’enorme quantità di domande pervenute ai vari USP, una verifica capillare di quanto presentato è più difficoltosa. Abbiamo notato infatti che questo problema gravissimo insorge soprattutto nelle grandi città, dove i funzionari addetti alla verifica sono “sepolti” dalle scartoffie, mentre negli uffici di province meno affollate si riesce ad essere più meticolosi e precisi.
Tuttavia la “valanga “ di domande non può essere una scusante per errori che possono causare danni gravissimi ai docenti.
Ricordiamo che la legge 241/90 (nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi – e successive integrazioni) prevede la possibilità di richiedere e ottenere copia (o visione) di un atto amministrativo, perché l’attività amministrativa deve ispirarsi al principio di trasparenza inteso come accessibilità alla documentazione dell’amministrazione o ai riferimenti da quest’ultima utilizzati nell’assumere una determinata posizione (come è nel caso dell’assegnazione di una sede tramite mobilità)
E’ quindi possibile per i docenti chiedere sempre accesso agli atti (formale o informale), perché sicuramente essi hanno un interesse giuridicamente rilevante nei confronti dell’atto, se ritengono che non siano state rispettate le normative relative al punteggio. PSN inoltre mette a disposizione un modello predisposto per accesso agli atti che può essere consegnato di persona o spedito a mezzo pec.
Chiediamo quindi, con un appello accorato, agli USP, anche a quelli delle grandi città, di usare la massima attenzione nella valutazione dei servizi ai fini della domanda, verificando anni e tipo di scuola in modo scrupoloso, per non incorrere in valanghe di ricorsi.