1) Come gli altri protagonisti della rivoluzione scientifica, René Descartes (1596-1650) fu da un lato fiducioso nelle potenzialità benefiche della scienza (prospettandone ad esempio l'applicazione alla medicina e all'agricoltura), dall'altro persuaso della necessità di fondarla su di una metodologia in due momenti, che cioè anzitutto fornisca "un criterio unico e semplice di orientamento che [consentendo la distinzione del vero dal falso] serva all'uomo in ogni campo teoretico e pratico", sbarazzandosi dunque degli ostacoli costituiti dalla mentalità tradizionale e dalle inclinazioni fuorvianti dell'intelletto umano, e quindi individui una modalità per procedere nelle conoscenze esatte così delineate.
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2) Anche se sarebbe stato Galilei ad impostare nella maniera più corretta – cioè più efficace – il rapporto tra l'esperienza sensibile ed i ragionamenti rigorosi della matematica, fu Cartesio ad iniziare a delineare, su un piano più generale, la visione del mondo alla base delle nuove concezioni.
3) Il sistema filosofico che ne risultò – "metafisico" perché orientato a fornire una fondazione unitaria delle scienze particolari, che ne avrebbero tratto concrete indicazioni d'indagine, e legittimità dai consensi che riuscì a convogliare – è denominato razionalismo, in quanto prende le mosse non dalla tradizione o da qualsivoglia autorità, ma dalla ragione (definita anche "senso comune"), ovvero dalla "facoltà di giudicare rettamente e di distinguere il vero dal falso" (ovvero il discorso scientifico da quello non scientifico) alla quale Cartesio ritiene di dover sottoporre ogni indagine sugli oggetti e i metodi della conoscenza e sui criteri dell'azione...
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