1) Nel Saggio sull'intelletto umano John Locke (1632-1704) cerca di sintetizzare le istanze del razionalismo di Cartesio con quelle empiriste di Bacone e Galilei, persuaso che per quanto la ragione costituisca l'unico mezzo per ottenere una conoscenza valida, essa non possa in alcun caso prescindere dall'esperienza, né essere considerata una tecnica unica ed infallibile, fondata su poche regole o princìpi, che non si possono revocare in dubbio e dai quali è possibile dedurre tutte le verità, senza bisogno di ulteriori controlli o esami.
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2) Indicando, come Cartesio, gli oggetti del pensiero col termine "idee", Locke se ne differenzia affermando che non ne esistono di innate, anzitutto perché non ne sono riscontrabili di universali, sia tra le diverse culture che tra i diversi individui, e quindi perché il soggetto non ne può possedere senza saperlo.
3) All'inizio, dunque, la mente è un "foglio bianco", ed è solo l'esperienza a renderle possibili i due tipi fondamentali di idee...
Per la lezione completa in PDF: John Locke
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