Erano state tante le discussioni sui social, nei giorni scorsi, sulla possibilità che ci fosse una riduzione degli stipendi degli statali e dunque anche dei docenti per il mancato stanziamento di fondi nel DEF in via di approvazione dal Governo. Una serie di voci smentite, invece, dagli ultimi stanziamenti previsti dall'esecutivo per gli statali pari a circa 600 milioni di euro che saranno messi a bilancio nella prossima manovra e che eviteranno che dal 1° gennaio 2019 scattino le riduzioni busta paga per un numero considerevole di dipendenti pubblici che invece erano previste dal mancato finanziamento del Governo precedente dell'elemento perequativo introdotto con l'ultimo rinnovo contrattuale.
Ricordiamo infatti che l'ultimo rinnovo del contratto degli statali, e dunque anche del personale della scuola, quello firmato dal governo Gentiloni a febbraio, a ridosso delle elezioni politiche, ha previsto per tutti i dipendenti pubblici con retribuzioni fino a 26 mila euro, l'inserimento in busta paga del cosiddetto «elemento perequativo». Un incremento retributivo di circa 20 euro al mese che però sarebbe scaduto a dicembre 2018. Un aumento che, per volontà del governo e stessa previsione contrattuale, sarebbe dunque scomparso nelle buste paga di gennaio.
Il Governo in carica, con la prossima legge di bilancio 2018, che dovrà essere presentata entro il 20 ottobre, avrebbe invece già trovato 225 milioni di euro circa, per garantire il pagamento dell'elemento perequativo anche per il 2019 a tutti gli statali che ne hanno diritto.
Altri 225 milioni circa, dovranno essere finanziati invece dai Comuni e dalle Regioni per i loro dipendenti. Sarà inoltre alimentato il fondo per l'indennità di vacanza contrattuale, che dovrebbe essere finanziato con circa 370 milioni di euro, portando così i fondi a disposizione del pubblico impiego a circa 600 milioni.
Risorse che serviranno ad evitare riduzione degli stipendi in attesa che sia aperto il tavolo contrattuale per rinnovare gli accordi con le organizzazioni sindacali per il prossimo triennio.
Un segnale di attenzione nei confronti dei circa 3,3 milioni di dipendenti pubblici, a tanto ammontano i dipendenti statali e degli enti locali ed autonomi con cifre che saranno confermate nei prossimi giorni alla presentazione della manovra.