E' scaduto il 15 settembre il termine previsto per le nomine in ruolo per l'a.s. 2016/17 e tanti sono i docenti dei concorsi rimasti a bocca asciutta per la mancata immissione in ruolo visto le scadenze non rispettate dagli Uffici Scolastici. Ma al Miur stanno pensando ad una proroga dei termini per consentire all'amministrazione scolastica di formalizzare le nomine di tutti i vincitori di concorso. Nomine avvenute in maniera molto ridotta rispetto ai numeri annunciati dalla Giannini e con gran caos per la chiamata diretta, la mobilità straordinaria (che ancora si trascina tra ricorsi e conciliazione) e le commissioni del concorso docenti in ritardo.
Tanto che le procedure concorsuali concluse erano circa il 55% al 15 settembre scadenza fissata dalla legge 107/2015 per effettuare le nomine di quest'anno.
Tutte le regioni sono in ritardo, ma in alcuni territori sul 55% delle graduatorie pubblicate mancano all'appello un terzo dei contratti di assunzione che almeno potevano essere sottoscritti con i vincitori. Un ritardo che prevedibilmente porterà ad una nuova stagione di ricorsi in cui i vincitori chiederanno conto del danno economico patito per la mancata sottoscrizione del contratto.
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Al ministero dell'istruzione si sta quindi valutando l'ipotesi di metterci una pezza consentendo, come già avvenuto in passato, la nomina giuridica retrodata al 15 settembre.
Questo consentirebbe la stipula dei contratti in tempi dilatati (anche se al momento non è dato sapere se ci sarà una data limite), restituendo la certezza ai docenti vincitori di concorso della nomina in ruolo con decorrenza 2016/17 seppur solo giuridica. I docenti vincitori di concorso che nel frattempo abbiano avuto incarico di supplenza resterebbero su stesso posto con la garanzia di far valere il servizio ai fini dell'adempimento dell'anno di prova e la possibilità di far valere il punteggio per la successiva domanda di mobilità.
La nomina non avrebbe però effetti economici, quindi per chi non avesse avuto incarico di supplenza, da Gae o da GI, non ci sarebbe il pagamento dello stipendio e non si darebbe luogo neanche all'ennesima avvicendamento tra docenti sulle cattedre.
Una soluzione che, siamo certi se da un lato agevolerebbe i docenti rimasti a bocca asciutta, dall'altro porterà altre problematiche tutte da definire circa l'anno di prova (si pensi a docenti che saranno su spezzoni) ed eventuali prese di servizio differite come già visto lo scorso anno. Ma la decisione del Miur sembra presa si attende solo che sia definito l'atto amministrativo per la sua formalizzazione.
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