La visita del ministro Carrozza presso l'Università della Calabria a Cosenza è stata caratterizzata dalle proteste messe in atto dagli studenti che chiedevano, tra l’altro, la riduzione delle tasse universitarie, garanzie sul diritto allo studio ed il reddito minimo garantito. La protesta ha avuto notevole risonanza sui media per le presunte modalità con cui un gruppo di dimostranti avrebbero accolto il Ministro lanciando pietre e uova alla sua auto.
Ma accanto a queste proteste vi sono stati anche momenti molto pacati di confronto tra i docenti precari calabresi e il Ministro Carrozza. Professionisti Scuola, ha raccolto la testimonianza di una docente, presente alla visita, che ha raccontato il suo incontro col Ministro insieme a tanti colleghi, precari come lei, evidenziando la sua versione dei fatti e le richieste indirizzate alla Carrozza.
La testimonianza rappresenta una bella prova della capacità della parte sana del Paese di avanzare lucide richieste di ridare dignità ai docenti e a tutto il settore dell'istruzione, unico modo per riaccendere l'entusiasmo e ridare una speranza alle giovani generazioni.
Di seguito la sua testimonianza:
"Vi dico come è andata (queste sono mie personali impressioni ci tengo a sottolinearlo) Lunedì 21 ottobre era attesa all’Università della Calabria la visita del ministro Carrozza. Abbiamo pensato che non era possibile lasciare che la voce dei precari della scuola di Cosenza, che sappiamo essere davvero tanti, rimanesse nel silenzio. Ci siamo dunque recati all’Università con l’intento di farci sentire ed, effettivamente, siamo riusciti ad avere un breve scambio di battute col Ministro e contestualmente consegnarle un documento.
Abbiamo ribadito quello che i precari della scuola di tutta Italia dicono da tempo: è necessario abolire la riforma Gelmini e la riforma Fornero che stanno minando non solo le esistenze dei precari ma anche e soprattutto la didattica. Abbiamo ricordato al Ministro che la gran parte di noi ha studiato proprio nell’università calabrese, qui abbiamo incontrato tanti docenti validi che, all’epoca, ci hanno trasmesso molta fiducia ed entusiasmo, noi oggi questo entusiasmo non riusciamo ad infonderlo più nei nostri giovani, sappiamo di vivere in un mondo senza futuro ed è per questo che oggi tanti e tanti nostri allievi, uniti a migranti, disoccupati e senza casa, si sono ritrovati fuori dal palazzo, inaugurato dal Ministro e richiesto la restituzione di un diritto, quello allo studio, che in questo particolare momento storico è negato sia perché molti servizi sono stati privatizzati , quindi economicamente resi esosi se non insostenibili, sia perché i pesanti tagli hanno fortemente dequalificato università, ricerca e scuola pubblica. Abbiamo ricordato la specificità del nostro territorio dove chiudere una scuola significa distruggere un presidio di partecipazione e di opportunità per i giovani. Certo ci piacerebbe se la Carrozza vedesse realmente come si vive in una delle nostre scuole di frontiera fatte di edifici cadenti, allievi senza docenti, classi numerose, viaggi della morte sulle strade calabresi.
Il documento che abbiamo consegnato parla chiaro. Abbiamo pubblicamente preso posizione contro la figura dei presidi-manager che sono ormai equiparati ai manager privati, denunciato lo sfruttamento del lavoro precario, i tagli continui alla scuola ai supporti didattici e per la ricerca, individuato nelle riforme Fornero e Gelmini due pesanti mali da estirpare. Noi vogliamo essere con i nostri studenti per una scuola davvero diversa, una scuola dove non si deve più parlare di tagli e sacrifici ma di crescita e confronto orizzontale.
Cosa pensiamo di aver ottenuto con questo incontro? Risposte? No…i precari della scuola di Cosenza hanno voluto dire che ci sono, che sono forniti di capacità critiche, non sono in attesa di qualche merce di scambio, di qualche baratto: specchietti in cambio della dignità e della libertà dei lavoratori della scuola e degli studenti."
Maria, docente precaria calabrese