E' atteso per le 16 il verdetto dell'Ema, dopo l'analisi dei dati, sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca. L'Oms da parte sua raccomanda di continuarne l'uso. Un via libera appare l'ipotesi più probabile, consentirebbe all'Italia e agli altri Paesi di ripartire a pieno regime con il piano vaccini.
Il problema adesso è quello delle rinunce: nel caso di ripresa infatti, è molto probabile che nei prossimi giorni ci sia una certa freddezza nei confronti del vaccino.
Si pensa già di utilizzare un criterio di overbooking, ovverro verrebbe chiamato un numero di persone leggermente più alto rispetto a quello delle dosi disponibili di AstraZeneca, considerando così che una parte delle persone prenotate non si presenterà. E' un piccolo rimedio «tattico», pensato per evitare che si allontani l’obiettivo di immunizzare entro la fine di settembre l’80% degli italiani, come da piano ufficializzato nemmeno una settimana fa. E dovrebbe consentire di recuperare nel giro di due settimane le 200 mila somministrazioni perse in questi quattro giorni di blocco.
Inoltre chi rinuncia al vaccino scorre a fine lista. Sia nel caso che non si presenti ad un appuntamento già prenotato, sia nel caso non si prenoti prima della scadenza prevista per la propria categoria, che sia una fascia d’età oppure professionale, come gli insegnanti. In concreto vuol dire che chi non si presenta o non fa domanda potrebbe essere vaccinato almeno fra tre mesi. Non è un criterio introdotto adesso, c’è fin dall’inizio. Ma ora potrebbe avere tutto un altro peso.
Sospeso vaccino Astrazeneca: divieto di utilizzo su tutto il territorio nazionale