Mentre continuano le proteste dei genitori anche oggi a Napoli ed in Campania, i giudici della Quinta Sezione del Tribunale amministrativo della Campania hanno chiesto alla Regione tutti gli atti sui quali poggia l’ordinanza cautelare numero 79 firmata giovedì pomeriggio dal presidente Vincenzo De Luca con la quale ha disposto la chiusura di tutte le scuole (revocando, poi, dopo 24 ore la parte inerente asili nido e scuola per l’infanzia).
è questo quanto disposto dai giudici del Tar Campania su un ricorso promosso da alcuni ricorrenti che con motivazioni “in proprio e nell’interesse dei figli minori” impugnano l’ordinanza del Governatore. La decisione infatti, a giudizio dei ricorrenti, crea grave danno “per un verso, dalla impossibilità di attendere alle proprie attività professionali, dovendo assistere i propri figli, in regime di sospensione delle attività didattiche, e, per altro, dalla lesione del diritto all’istruzione degli stessi figli”.
Il giudice ha avvertito “la necessità che la Regione Campania depositi agli atti di causa la nota dell’Unità di crisi regionale richiamata nell’ordinanza impugnata e tutti gli atti istruttori sui quali la stessa è basata, ivi compresi quelli relativi alla, pure allegata, incompleta dotazione dei presidi scolastici deputati al distanziamento interpersonale, nonché ogni altro elemento utile ai fini della decisione” ed ha fissato il termine ultimo per presentare la documentazione alle ore 10 di lunedì 19 ottobre “ai fini della decisione sull’istanza cautelare in via monocratica”.
E chiedono alla Regione di rendere noti i dati ufficiali che hanno mosso la decisione e che l’ordinanza firmata da De Luca propone come sue motivazioni. “Considerato, pertanto – si legge nel ricorso – che gli elementi in base ai quali si è pervenuti alla valutazione di idoneità, proporzionalità e indispensabilità della grave misura imposta, in via generalizzata – indubbiamente incidente, come rilevato dai ricorrenti, sui diritti delle persone (al lavoro e all’istruzione) e tuttavia valutati recessivi rispetto al diritto alla salute in tesi messo in pericolo dall’esercizio dei primi – risultano per relationem contenuti nella nota predisposta dall’Unità di crisi regionale e nelle risultanze istruttorie, in quella richiamate, costituite dalle ‘interviste effettuate dalle ASL a seguito del Contact tracing territoriale’; Ritenuto che la durata temporanea della misura adottata e, tenuto conto della necessità di osservare i termini a difesa e della calendarizzazione delle udienze di sezione, l’impossibilità di esame cautelare in sede collegiale prima del termine di efficacia della stessa (fissato al 30 ottobre) – con conseguente, sostanziale riduzione della tutela alla sola fase cautelare monocratica – impongano adeguata istruttoria, venendone altrimenti frustrata la stessa tutela invocata, comunque assicurata, nelle more della detta istruttoria, dalla imposta tempistica, e tanto al fine di verificare più compiutamente, e già nella presente sede, i presupposti sui quali l’ordinanza impugnata si fonda; Ritenuta, per quanto precede e ai fini della decisione sull’istanza cautelare in via monocratica, la necessità che la Regione Campania depositi agli atti di causa la nota dell’Unità di crisi regionale richiamata nell’ordinanza impugnata e tutti gli atti istruttori sui quali la stessa è basata, ivi compresi quelli relativi alla, pure allegata, incompleta dotazione dei presidi scolastici deputati al distanziamento interpersonale, nonché ogni altro elemento utile ai fini della decisione, e tanto entro le ore 10 del 19 ottobre 2020, riservando all’esito ogni determinazione”.
Qui il video delle proteste di oggi