Ha fatto molto discutere il caso del lice Talete riferito alla formazione di classi del prossimo anno scolastico che così aveva scritto in un avviso “La classe 1 M Liceo Matematico sarà composta da 28 alunni... tra coloro che risulteranno a parità di punteggio, in base ai posti rimanenti, si procederà al sorteggio, in modo proporzionale alla percentuale di domande di alunni maschi e femmine (Maschi 70%, Femmine 30%)".
Questo è parte di quanto annunciato nella circolare consultabile sul sito del Liceo scientifico Talete, rinomata scuola superiore del quartiere Prati di Roma. L’annuncio risale al 22 maggio scorso anno 2020 eppure ha un sapore di altri tempi, infatti volendo fare un percorso a ritroso, questa storia, ci ricorda che per secoli le donne che potevano accedere all'istruzione erano quelle rinchiuse nei conventi per cui dedite in modo particolare a studi umanistici e artistici. Inoltre le discipline scientifiche erano considerate come un insieme di regole e tecniche da applicare in modo rigido e razionale poco consono all’aspetto emozionale dell’impegno femminile. Ricordiamo che all’inizio del xx secolo in molti paesi europei alle ragazze era precluso l'accesso alle università ed anche ai licei. Ci sono state donne che per sfuggire agli stereotipi culturali e sociali hanno dovuto studiare di nascosto e addirittura all’insaputa delle loro famiglie si travestivano con abiti maschili, spesso di nascosto anche ai loro insegnanti, ricorrendo ad uno pseudonimo maschile, come la famosa matematica francese dell’800 Sophie Germain.
La scelta infelice adottata dal Preside del Liceo per ovviare ai test d’ingresso, causa Covid-19, di ammettere gli studenti secondo una “percentuale di genere” 17 maschi e 8 femmine, ha ovviamente fatto infuriare i genitori le cui figlie sono state vittime di questa ingiustizia , a riguardo è intervenuta anche la ministra Azzolina che ha evidenziato di come l’accaduto abbia risollevato il dibattito, purtroppo sempre attuale, sulla carenza di studentesse che accedono agli studi scientifici:
“Siamo in contatto con l'Istituto e, anche con la collaborazione dell'Ufficio scolastico regionale, stiamo lavorando ad una soluzione. Ne sono contenta. Abbiamo assolutamente bisogno di più ragazze che studino materie scientifiche. Dobbiamo attrarle in ogni modo. Per questo insieme alla ministra Elena Bonetti rilanceremo anche un piano per le Stem per le studentesse. Abbiamo già dato mandato ai nostri uffici di lavorarci"
Elena Bonetti ministra per le pari opportunità e la famiglia, da parte sua ha aggiunto:” La parità di genere e l'inclusione rappresentano uno dei tre assi portanti della strategia della ripresa. Il Dott. Colao ha recepito in maniera puntuale la priorità che abbiamo indicato e sollecitato come task force Donne per un nuovo Rinascimento. Il piano elaborato dal gruppo di lavoro, che ringraziamo, ci offre elementi validi di conferma della strada già tracciata, decisiva per affrontare le sfide che attendono il Paese”.
La ministra Bonetti infatti ha costituito presso il Dipartimento per le Pari Opportunità un’équipe al femminile, “Donne per un nuovo Rinascimento”, all’interno del quale sono nate proposte per aumentare la percentuale di donne in tutti gli ambiti lavorativi, per superare le barriere all'avanzamento nei percorsi di carriera, in particolare nei campi in più rapida crescita (STEM, informatica, cloud computing, dati e intelligenza artificiale), per contrastare gli stereotipi sul genere che impediscono alle donne di raggiungere responsabilità di leadership, per attivare energie nuove e opportunità per tutti. Molti dei temi affrontati da Donne per un nuovo Rinascimento, sono stati ripresi dalla task force formata da esperti in materia economica e sociale, guidata dal manager bresciano Vittorio Colao al quale il premier Conte ha affidato l’incarico di formulare delle proposte per una ripresa dell’Italia dopo l’emergenza del coronavirus. Nel documento presentato dal titolo ‘Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022’ vengono affrontati Sei ambiti di intervento fra cui i settori come quello dell’istruzione e della ricerca da declinare come «fattori chiave per lo sviluppo». Senza tralasciare gli individui e le famiglie, per i quali urge costruire «una società più inclusiva e equa».
Quindi nel Piano Colao ci sono anche le donne e la lotta al gender gap, infatti per quanto riguarda la parità di genere, il Comitato ritiene necessario investire con decisione nella valorizzazione delle risorse femminili e propone diverse azioni ma quella che interessa in modo particolare e riferendoci a quanto avvenuto nel Liceo Scientifico di Roma, riguarda proprio Il contrasto agli stereotipi di genere tramite azioni diversificate sul piano culturale, che agiscano fin dalle scuole primarie, riguardanti la pubblicità, i libri di testo, e l’educazione finanziaria.