Anna Ascani jpgOltre 8 milioni di studenti a settembre ritorneranno sui banchi di scuola ma è evidente che, anche se il numero di contagi sarà ridotto, non potrà essere un ritorno in massa, visto che il virus continuerà a circolare anche nei prossimi mesi.

Per questo la viceministra all’Istruzione Anna Ascani a Sky Tg24 ha spiegato quali potrebbero essere gli scenari per il futuro che sta elaborando con il comitato scientifico: "stiamo immaginando 3 differenti scenari a seconda dell'andamento dell'epidemia, tutti tengono conto del fatto che gli ordini di scuola non sono tutti uguali, in particolare i bambini più piccoli hanno assolutamente bisogno di recuperare una relazione in presenza".

"Quindi - ha proseguito Ascani - nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado noi immaginiamo comunque di poter avere la scuola in presenza, naturalmente riducendo i gruppi classe, quindi per esempio facendo in modo che una classe sia divisa in due ma moltiplicando le attività che si fanno, aggiungendo, cioè, ai curricula tradizionali più musica, arte, sport, creatività digitale e laboratori e utilizzando per questo altri spazi che stiamo individuando insieme agli enti locali".

 

"Per quelli un po' più grandi, che si gestiscono meglio anche da soli, prevediamo che una parte dell'attività sia comunque fatta in presenza, perché anche loro hanno bisogno di rientrare a scuola, però molto probabilmente in questo caso la didattica a distanza continuerà ad essere una parte del loro curriculum. L'attività in presenza sarà di meno rispetto al passato e sarà integrata con la didattica a distanza, che soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado ha funzionato meglio", ha aggiunto.

Questa scelta nasce dalla consapevolezza che i bambini più piccoli hanno sicuramente più bisogno di recuperare la dimensione della socialità. Mentre i ragazzi più grandi potranno in parte continuare con la didattica a distanza. 

"Ci stiamo confrontando anche con il ministero dell'Economia per capire in che misura potremo contare su un ampliamento dell'organico – ha proseguito la Ascani – di sicuro avremo bisogno di professionalità specializzate per quelle attività. Naturalmente i Comuni hanno anche delle relazioni importanti con enti del Terzo Settore e associazioni che possono farsi carico di un pezzetto di queste attività educative, però per noi conta avere un organico potenziato, perché naturalmente è quello che ci permette di organizzare più attività".

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