Chissà perché noi donne dobbiamo combattere per ogni piccola cosa, chissà perché nei nostri percorsi si intralcia sempre la figura di un uomo disfattista molti potrebbero pensare. Bella, giovane, intelligente e dal 10 gennaio 2020 è ufficialmente Ministro dell’Istruzione: Lucia Azzolina, la sua pecca, appartenere al Movimento 5 stelle. Stamane il quotidiano Repubblica ha pubblicato un articolo “La Ministra dell’Istruzione e la tesi copiata dai manuali” a firma del professor Massimo Arcangeli, docente di linguistica nella Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Cagliari, che è stato anche presidente della commissione che esaminò Azzolina durante il concorso a Dirigente Scolastico e che già nelle scorse settimane, in altro articolo a sua firma, aveva commentato e reso pubblici i risultati insufficienti in inglese ed informatica della ministra, comunque non pregiudizievoli per la sua prova complessiva, tanto da risultare idonea e vincitrice entro i 2910 posti messi a bando. Ora il professor Massimo Arcangeli l’accusa di plagio, o meglio, scrive che nel lavoro di tesi finale “presentato all’ateneo di Pisa nel 2010 per abilitarsi a insegnare alle superiori” (realizzata in conclusione degli studi presso la SSIS, Scuola di Specializzazione per l’insegnamento secondario) vi sarebbero “molti passi riprodotti da testi specialistici”, evidentemente non citati. La questione di fondo è che le parti indicate da Arcangeli, se pure non fossero state virgolettate né indicate in bibliografia, sono sostanzialmente diverse definizioni di cosa sia un "ritardo mentale" e che non si trattava affatto di una tesi ma di una dissertazione finale, momento conclusivo del percorso SSIS che prevedeva la consegna di una relazione finale da discutere dinanzi alla commissione d’esame in cui proprio partendo dall'esperienza e dalle definizioni consolidate dei testi specializzati si rappresentava la propria esperienza presentando una personale unità didattica realizzata nel periodo del tirocinio. Il voto che ne conseguiva era legato al percorso di specializzazione nella sua totalità, non legato in particolare a quella discussione.
La neo Ministra che è Cracovia per il viaggio della memoria ad Auschwitz, ha risposto alle accuse e al polverone mediatico si è diffuso immediatamente su tutti i giornali e tg nazionali.
In particolare accanto al leader della Lega, si sono schierati tra gli altri, il capogruppo della Camera Riccardo Molinari, l'economista e senatore leghista Alberto Bagnai e la deputata biellese Cristina Patelli. Quest'ultima ha chiesto spiegazioni al ministro pentastellato: “Se le accuse di Repubblica di aver plagiato testi altrui e di manuali specialistici nella propria tesi per l’abilitazione a diventare insegnante fossero vere, si dovrebbe dimettere immediatamente. In ogni caso, che venga con urgenza in Parlamento a riferire, perché quanto riportato dal giornale è molto grave”.
La risposta del ministro non si è fatta attendere e, direttamente dal Viaggio della Memoria ad Auschwitz, ha dichiarato ai cronisti: “Non fatevi prendere in giro: non è nè una tesi di laurea, nè un plagio. Ho sentito tantissime sciocchezze in queste ore, d'altra parte non mi stupisce che Salvini non sappia distinguere una tesi di laurea da una relazione di fine tirocinio Ssis (scuola di specializzazione all'insegnamento secondario). Non ha mai studiato in vita sua e sarebbe strano se le distinguesse".
È evidente che dopo l’uscita dell’articolo, numerosi sono stati gli interventi da parte di personaggi politici che hanno cavalcato l’onda per screditare il neo ministro dell’Istruzione.
Senza voler entrare nei particolari delle beghe di molti nostri politici, non si può non rimanere esterrefatti dinanzi a tanta prontezza e forse anche accanimento verso un neo ministro che ha dichiarato di volersi impegnare affinché il mondo della scuola possa trovare delle soluzioni a molte delle sue problematiche. Le critiche ben vengano purché siano costruttive e non guidate da altri fini.