Nel corso di “Futura”, la tre giorni di dibattiti, laboratori, racconto di buone pratiche sul Piano Nazionale Scuola Digitale, in corso a Bologna sono stati presentati i primi risultati dei gruppi di lavoro attivati dal MIUR sulla mappatura di metodologie didattiche innovative e sull’uso dei dispositivi personali mobili a scuola. “Ho voluto il gruppo sulla mappatura delle metodologie per mettere tutto il sistema educativo nelle condizioni di approfondire un corpus comune di innovazione metodologica: abbiamo bisogno di fare un punto chiaro e scientificamente validato rispetto alle tantissime pratiche in corso nella scuola. Il gruppo ha lavorato per fare definitivamente chiarezza su un tema su cui abbiamo lasciato le scuole in sospeso per troppo tempo: l’utilizzo di dispositivi personali mobili a scuola”, ha spiegato Fedeli.
Il lavoro finale è stato consegnato in questi giorni alla Ministra e viene anticipato da un decalogo di sintesi (in allegato) che sarà inviato alle istituzioni scolastiche, insieme al documento completo realizzato dagli esperti, “dopo una fase di ulteriore confronto, allargando la discussione con chi poi deve realizzare il cambiamento”, ha chiarito Fedeli. “Non è compito del Ministero o della scuola decidere se i device sono bene o male, ma lo è insegnare ad usarli nel modo più utile e corretto. Per permettere a ogni ragazza e ogni ragazzo di avere esperienze sicure, libere e consapevoli, contrastando in modo positivo e attivo, non con divieti ma proprio con l’educazione, ogni tipo di dipendenza, anche dagli strumenti tecnologici. Voglio ribadire in ogni caso, che resta proibito, come stabilito dalla circolare del 2007 dell’allora Ministro Fioroni, l’uso personale di ogni tipo di dispositivo in classe, durante le lezioni, se non condiviso con i docenti a fini didattici”.