Cara maestra,

mia figlia Chiara ha fatto regolarmente i suoi compiti. Come ogni pomeriggio, dopo pranzo, ha svuotato il suo zaino sul tavolo del salotto, e mentre io accanto a lei finivo di scrivere una relazione per il lavoro, lei si è messa a lavorare sulle vocali; non so se fosse felice o no di farlo, ma del resto neanche io avevo molta voglia di scrivere quella relazione; però entrambi l’abbiamo fatto, perché

lettera compitiper quanto io ami il mio lavoro e ringrazi tutti i giorni un destino gentile che mi ha permesso di svolgere una professione che mi sono scelto, ci sono alcune cose del mio lavoro che non faccio volentieri; e credo che anche Chiara debba imparare, con le dovute proporzioni, che oltre al divertimento esiste anche l’impegno. E che dobbiamo dare il nostro 100% anche in quelle cose che non ci piace fare.

 

Per dire tutta la verità ogni tanto lei si girava verso di me e mi chiedeva delle precisazioni su quale lettera dovesse inserire negli spazi mancanti e io ho cercato in tutti i modi di non darle risposte preconfezionate ma di provare a far trovare a lei la soluzione; ammetto però che a un certo punto, sull’ultima riga, non ho resistito e le ho detto quale lettera dovesse scrivere; era un’ora che lavorava ed effettivamente sembrava stanca.
Cara maestra, mia figlia ha fatto i compiti oggi e dopo è scesa dalla bambina del piano di sotto a giocare. Prima ovviamente ha chiesto alla mamma della sua amichetta se anche lei avesse finito i compiti, e penso abbiano giocato tutto il pomeriggio, in bicicletta prima e poi con le bambole, come è giusto per bambine della loro età. Domani non so se potranno giocare ancora perché Chiara deve andare in piscina per il corso di nuoto. Credo che l’attività sportiva sia uno dei fondamenti dell’educazione di un bambino e le prometto che insegnerò a mia figlia ad organizzarsi per poter conciliare le sue attività extra scolastiche con i suoi compiti quotidiani.

Cara maestra, mia figlia ha fatto i compiti oggi, e li farà anche domani e il giorno dopo ancora. Ma le prometto che continuerà a giocare, a scoprire il mondo attraverso esperienze e avventure e continuerà a fare sport. Le prometto anche che ogni tanto si annoierà, e dovrà usare quella noia, per cercare in se stessa le risorse per combatterla. Cercherò di farle fare viaggi e finché me lo chiederà le racconterò delle favole prima di addormentarsi, ma purtroppo ogni tanto non potrò essere presente fisicamente. Perché sarebbe bellissimo poter passare ogni ora insieme, ma sia io che sua madre dobbiamo anche lavorare e spero che anche questo le sia di insegnamento. Ma la sera, quando tornerò a casa dal lavoro le continuerò a chiedere se ha fatto tutti i compiti, e dopo le chiederò di raccontarmi la sua giornata, perché una cosa non esclude l’altra, perché non esiste il piacere senza il dovere, e perché penso che un bambino sia piccolo, ma non sia stupido, e che quindi capisca benissimo che non tutti i momenti possono essere piacevoli e divertenti e checognuno di noi ha delle responsabilità.

Cara maestra, leggo in queste ore che alcune sue colleghe sono state accusate di essere troppo dure perché hanno messo una nota sul registro a 2 ragazzini poco più grandi di mia figlia che, per gioco, hanno spintonato e umiliato un loro compagno disabile davanti a tutti. Ecco, a questo proposito, mi auguro che mia figlia non si macchi mai di un gesto così stupido e meschino, ma, se mai facesse qualcosa del genere, o anche qualcosa di meno grave, le metta tranquillamente una nota sul registro; a casa, dopo averle spiegato dove ha sbagliato, io aggiungerò anche una piccola punizione. E quando ci vedremo la prossima volta che accompagnerò mia figlia a scuola da lei, probabilmente la ringrazierò, perché avrà dimostrato di avere a cuore l’educazione di mia figlia.
Cara maestra, ovviamente non le spediró mai questa lettera, piena di frasi che per lei e per me sono delle banali ovvietà; però mi permetta di dirle comunque che temo che andando avanti di questo passo, prima o poi queste ovvietà potrebbero diventare delle eccezioni.
Cordiali saluti.
Un padre

Daniele Anile

 

Da www.danieleanile.com