Nel consueto discorso del 1° maggio il Presidente Sergio Mattarella ha sottolineato la centralità del sistema formativo come strumento fondamentale per guardare al futuro, soprattutto per le nostre studentesse e studenti.
Dobbiamo riuscire a migliorare la comunicazione tra mercato del lavoro e scuola, tra impresa e sistema formativo - ha dichiarato. Stiamo rilanciando gli istituti tecnici superiori che garantiscono un'occupazione all'80% delle diplomate e dei diplomati. Attraverso una apposita cabina di regia stiamo lavorando sulle lauree professionalizzanti, in raccordo con tutti gli attori in campo. Il lavoro deve essere sempre una priorità nel nostro impegno istituzionale, con scelte coraggiose capaci di guardare al futuro.
(...)Non è accettabile che molti nostri giovani vengano esclusi proprio quando le loro attitudini e i loro linguaggi sono più congeniali alle nuove competenze tecniche. E' paradossale che le nuove generazioni restino ai margini mentre sarebbero in grado di giocare un ruolo decisivo per farci compiere passi avanti. Dobbiamo riuscire a migliorare la comunicazione tra mercato del lavoro e scuola, tra impresa e sistema formativo.
Qualcosa è stato fatto in questi anni e alcune esperienze stanno dando frutti. Ma su questa strada occorre procedere, anzi accelerare, alzando lo sguardo oltre il breve termine. L'industria 4.0 ha bisogno di competenze tecniche sempre più qualificate e non possiamo permetterci che il nostro mercato sia carente proprio di laureati con elevate professionalità informatiche. Più in generale, non possiamo rassegnarci a un numero così basso di laureati. Nel contempo dobbiamo fare in modo che nelle scuole superiori torni a crescere il numero dei diplomati con riconosciuta qualificazione tecnica.
Non solo l'impresa, ma la società nel suo insieme richiede lavoratori, tecnici, specialisti capaci di utilizzare le nuove tecnologie. Peraltro, automazione e sviluppo digitale si estendono in ogni ambito economico e sociale, ben oltre il settore manifatturiero. Dall'agricoltura ai servizi di cura, dalla medicina alla sicurezza, dalla logistica alle comunicazioni c'è un enorme spazio di crescita nel quale i giovani possono diventare protagonisti, e con loro i lavoratori più adulti che sapranno progredire, mettersi in discussione, acquisire e spendere nuove conoscenze.
Rendere effettivo il diritto al lavoro e aprire la porta alla piena cittadinanza delle nuove generazioni sono, del resto, obiettivi intimamente connessi allo sviluppo del Paese. Il nostro orizzonte non può essere quello della svalutazione del lavoro: su quel terreno saremmo perdenti. L'orizzonte è un lavoro di qualità, tecnologicamente evoluto, capace di offrire ricadute di benessere nella vita della società.
Siamo tutti consapevoli che, se le trasformazioni del mondo produttivo offrono da un lato nuove opportunità a imprese e lavoratori qualificati, dall'altro rischiano di allargare i divari sociali. E' indispensabile che le istituzioni riescano a governare i processi ed evitino conseguenze in termini di riduzione del lavoro, di compressione dei salari e, dunque, di ulteriori diseguaglianze. E' opportuno che la costruzione di adeguate strategie pubbliche coinvolga forze politiche e sociali, rappresentanze dell'impresa e del lavoro.
Discorso pienamente condiviso dalla Ministra Valeria Fedeli che ha aggiunto a margine: Il Ministero che mi onoro di dirigere è fortemente impegnato sull'alternanza scuola-lavoro, che offre a ragazze e ragazzi un importante orientamento per il loro futuro.
(Il discorso integrale in allegato)