Nel corso di un convegno che si è svolto alla Camera presentata la proposta di Legge del deputato M5S Luigi Gallo sulle scuole "aperte e diffuse" che si propone di strutturare una serie di interventi volti, da un lato, all'utilizzazione delle strutture scolastiche affinché si aprano anche ad attività diverse dalla didattica convenzionale e, dall'altro, al superamento del concetto stesso di aula e di scuola intesa come unico spazio destinato all'apprendimento.
La proposta mira altresì ad istituire una rete educativa nazionale, costituendo, presso ogni regione, articolazioni territoriali, denominate nuclei per la didattica avanzata (NDA) con lo scopo di esercitare autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo tenendo conto delle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico delle realtà locali.
Gallo ha definito il sistema attuale anacronistico, evidenziando la necessità di una inversione del paradigma:
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"Il tempo, lo spazio e le tecniche pedagogiche di insegnamento: sono i tre pilastri alla base della mia Proposta di legge, con la quale il MoVimento vuole introdurre il modello di scuole diffuse. Il dato di fatto è che il sistema didattico italiano è anacronistico, fermo com'è ai decenni trascorsi. Quello che noi vogliamo fare è invertire il paradigma imperante e dare così, finalmente, a studenti e insegnanti nuovi strumenti per rendere la scuola un luogo in simbiosi con il resto della società e non, come avviene ora, costretto ai suoi margini".
Queste le parole di Luigi Gallo nel corso del suo intervento al convegno da lui promosso presso la Camera dei Deputi dal titolo "Nuove frontiere della Didattica Innovativa" e che ha visto la partecipazione tra gli altri di Prof. Paolo Mottana (Filosofia dell'Educazione, università degli Studi di Milano-Bicocca), Carlo Ridolfi (coordinatore Rete di Cooperazione Educativa) e Nicholas Bawtree (vice direttore Terra Nuova).
Gallo aggiunge: "Relativamente allo spazio: vogliamo incentivare l'uso di quelli esterni. Basta con le solite quattro pareti tra le quali sono costretti per anni e anni gli studenti, bisogna uscire e interagire con il mondo : biblioteche, università, spazi della cultura sono spazi nei quali si potrebbero anche svolgere lezioni".
"Sul capitolo del tempo, vogliamo che la scuola diventi un luogo centrale nell'ambito sociale e uno spazio di aggregazione, quando gli ambienti non sono dedicati alle normali attività scolastiche. Infine, gli strumenti pedagogici: i docenti oggi non hanno a disposizione né gli strumenti formativi né il materiale idoneo per applicare un approccio positivo, e non punitivo, nei confronti degli studenti e delle situazioni di criticità. Noi - conclude Gallo - vogliamo istituire task force regionali, investendo 300 milioni di euro all'anno, che dovranno supportare l'attività di docenti e dirigenti scolastici"
Nicholas Bawtree, collegato al convegno, ha dichiarato che "se vogliamo cambiare la scuola dobbiamo mettere in discussione anche il modello di formazione degli insegnanti e, dunque, si deve partire già dall'università".
Paolo Mottana invece sottolinea come "questa è forse la prima volta che una forza politica si pone il problema della forma dell'educazione. Fino ad oggi partiti e governi si erano concentrati sulle riforme dell'istruzione, ma senza intaccare il sistema educativo. Gli studenti vengono murati per anni all'interno di spazi chiusi, separati tra loro e dal resto della società, a tutto discapito dell'elemento, fondamentale, dell'esperienza. Ritengo sia venuto il tempo di oltrepassare questo modello e di aprire finalmente la scuola italiana al mondo".